Sull’Everest i rifiuti diventano arte
UN MARE DI SPAZZATURA. Nell’epoca dell’alpinismo di massa l’Everest è diventato una meta alla portata di un numero sempre maggiore di scalatori. Questo ha comportato l’accumulo di una grande quantità di rifiuti lungo le vie percorse dagli escursionisti. Dalle bottiglie di plastica ai resti di un aereo precipitato, si calcola che sparsi tra le sue cime, vi siamo ben 50 tonnellate di rifiuti. Per recupere in parte tutta questa spazzatura l’Esa ha organizzato una squadra composta da 65 portatori, aiutati da 75 yak che, lavorando in primavera ed estate quando la neve si scioglie, ha recuperato 8 tonnellate di oggetti abbandonati.
UN RICHIAMO PER LA TUTELA DELL’AMBIENTE. Circa 2 tonnellate di questo materiale, spesso anche storico, è stato consegnato alla sezione Art Club Nepal dell’associazione Da Mind Tree che, con l’aiuto di un gruppo di artisti locali, lo ha trasformato in vere e proprie opere d’arte. Quindici artisti hanno così potuto esporre ben 75 delle loro sculture nella capitale Kathmandu, mentre nella città di Pokhara è prevista la realizzazione di una mostra permanente. I temi a cui si sono ispirati gli artisti nepalesi sono i più disparati ma, tra tutti, spicca un forte richiamo all’ambiente e alla tutela della natura.
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