Gioco euristico: il riuso che fa crescere i nostri bambini
IL RIUSO PER I BAMBINI. Quante volte ci è successo di comprare un giocattolo ad un bambino per poi restare delusi dall’indifferenza con cui viene trattato? Orsacchiotti, sonagli e bambole talvolta non vengono degnati di uno sguardo dai bimbi più piccoli. Spesso sono invece gli oggetti più semplici, quelle cose che normalmente finirebbero nella spazzatura, ad attrarre maggiormente la loro attenzione. Tappi, pezzi di tessuto, scatole, legnetti, coperchi: tutto questo materiale può costituire un regalo migliore di un costoso peluche comprato in qualche negozio di giocattoli. L’insieme delle attività che i nostri bambini andranno a compiere attorno a quelli che noi chiamiamo ‘scarti’ ha un nome ben preciso: gioco euristico.
IL GIOCO EURISTICO DEGLI OGGETTI. Il gioco euristico consiste nel dare al bambino, in un ambiente controllato, una grande quantità di oggetti diversi, con i quali egli possa giocare liberamente senza il nostro intervento. Questo gioco trae esempio dall’apprendimento euristico, che nell’Oxford Dictionary è definito come «un sistema educativo attraverso il quale si insegna all’allievo a scoprire le cose per se stesso». I bambini di 2 o 3 anni sentono il bisogno di esplorare e scoprire da soli il modo in cui gli oggetti si comportano nello spazio, e di capire cosa possono fare maneggiandoli. E per fare questo non esiste nulla di meglio del gioco euristico.
GLI OGGETTI DA SALVARE. Nel libro Persone da zero a tre anni Elinor Goldschmied e Sonia Jackson elencano gli oggetti che tutti noi possiamo mettere nella sacca del gioco euristico. Tra quelli che altrimenti verrebbero buttati nell’immondizia inseriscono:
• sacchettini
• scatolette
• cilindri di cartone (dei rullini, della carta igienica, ecc.)
• nastri di tessuto
• scarti di legno opportunamente lisciati
• chiavi vecchie raccolte in piccoli mazzi
• coperchi di barattoli
• conchiglie
• gusci di lumache
• noci
• tappi di bottiglia
• pigne
• barattoli e contenitori di tutte le misure
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