Biodiveristà delle semenze. Storia di una lotta attraverso un film
Poche cose nella nostra vita riescono a trasmettere quella sensazione ancestrale del miracolo della vita e della sua ciclicità. Tra queste ci sono senza dubbio anche dei piccoli e semplici semi. Già proprio i semi, quelli che si piantano nella terra e poi si aspetta con tanta pazienza che spuntino fuori e inizino a crescere. Il seme, anche semplicemente nell’eloquio, è una parola che indica qualcosa di antico, di tramandato, di custodito e talvolta anche di venerato. Ed è proprio un seme, anzi sono tanti semi… e quindi sarebbe meglio parlare di biodiversità delle semenze ad essere protagonisti di un film.
SEED: The Untold Story
Un film documentario sui semi? Si chiama Seed the untold story che tradotto potrebbe essere letto come: Semi, una storia mai raccontata.
Perché dei semi protagonisti di una pellicola? Facile, in fondo, a pensarci bene: soprattutto in un’ottica sociale sempre più attenta alla comunicazione green e alla sostenibilità.
Ve lo diciamo subito
Nello scorso secolo il 94% delle nostre varietà di semi sono scomparse. E così, mentre le aziende chimiche e biotech controllano la maggior parte delle nostre semenze, ecco che un gruppo di agricoltori, scienziati, avvocati soprannominati i custodi dei semi iniziano a combattere una battaglia che è degna della lotta tra Davide e Golia. E perché lo farebbero? Per difendere il futuro del nostro cibo. Quindi per difendere noi stessi e le generazioni future che abiteranno la terra.
Lottare per la biodiversità delle semenze
Di tutto questo parla questo film diretto da Jon Betz, Taggart Siegel e con nel cast Vandana Shiva, Jane Goodall, Andrew Kimbrell, Winona Laduke e Raj Patel.
Una storia straziante, forte e al tempo stesso incoraggiante, in cui degli uomini fedeli ai loro ideali, che credono in un mondo giusto, non si arrendono e lottano per far riemergere e rivivere una cultura legata a una delle risorse più preziose: i semi.
Uno sguardo ad ampio raggio
Il film getta uno sguardo ad ampio raggio sui temi caldi attorno alla questione della biodiversità delle semenze. Dalla diminuzione della diversità nella fornitura di semi, alla loro proprietà, arrivando fino a trattare dell’importanza e della necessità di un mondo in cui viga la biodiversità delle semenze.
Riduzione della varietà di cibo
L’ascesa dell’agricoltura di massa, ha portato ad una riduzione allarmante delle varietà di cibo. Di fatto si è venuta a creare una situazione capace di ingabbiare i coltivatori rendendoli dipendenti e privi di qualsiasi iniziativa nei confronti delle imprese che vendono i semi e pesticidi. Insieme a questo cambiamento epocale che ha guidato l’agricoltura in un passaggio verso l’agricoltura di massa è subentrato anche un altro tipo di discorso, relativo alle colture geneticamente modificate. Un processo, quest’ultimo, che per molti rappresenta l’ennesimo caso dell’uomo che si rivolta alla natura senza fermarsi a ragionare su tutte quelle che potrebbero essere le conseguenze sul lungo termine.
Da 30 mila a 120 a 10
Delle oltre 30 mila piante commestibili in tutto il mondo, gli esseri umani usano con regolarità soltanto 120 di queste. Più in generale possiamo affermare che la maggior parte della popolazione mondiale vive cibandosi di solo dieci di queste.
A causa di una così importante mancanza di varietà, il 94% della diversità delle sementi del mondo è scomparso nel secolo scorso. Da questo assunto partirà, e verrà seguito dalle telecamere Joseph Simcox, un esploratore botanico che ha girato oltre 100 paesi del mondo, raccogliendo migliaia di semi. In questo documentario il centro della sua azione sarà l’Amazzonia peruviana. “I miei semi sono tavolo da cucina”, come a dire che rappresentano tutto nel suo rapporto con il cibo. E poi continua: “I miei semi sono il mio modo di condividere il cibo con persone di tutto il mondo.”
Il film, di cui è possibile vedere un trailer di seguito, è stato presentato lo scorso dicembre a Firenze, in occasione del Festival dei Popoli e cercando bene, su youtube non dovrebbe essere complicato riuscire a recuperare il documentario integrale.
Tra storie dette e non dette, tra rabbia e speranza
La verità intorno a Seed: The untold story è proprio nascosta dentro il titolo. La Storia non detta che emerge è quella storia che più di tutte ci lascia perplessi e sconfortati.
Sapere che la biodiversità delle semenze è in fase drasticamente calante e venire a conoscenza delle cause dovute all’impiego dell’agricoltura intensiva e dell’ingresso prepotente della chimica e della genetica nell’agricoltura lasciano ovviamente poche speranze e continuando di questo passo si genera un paradosso; quello di far apparire degli uomini giusti che fanno solo il loro lavoro o che semplicemente fanno quello che amano, degli eroi.
Era beato, quel popolo che non aveva bisogno di eroi, vero?
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