Videogiochi: come apprendere e fare attenzione alla sostenibilità
In un mondo sempre più attento alla sostenibilità ambientale, i videogiochi sono uno strumento potente per incentivare e supportare l’attenzione verso le tematiche ecologiche.
Le possibilità immersive del videogame permettono ai giocatori di muoversi in ambienti e confrontarsi con personaggi, trovandosi di fronte a dilemmi morali ed etici. Le loro scelte nel mondo digitale possono non corrispondere a situazioni reali, ma ciò che davvero conta è la possibilità di agire in una prospettiva più ampia di quella soggettiva.
I videogame diventano laboratori in cui i giocatori sperimentano la nascita di intere civiltà e il loro impatto sull’ambiente. Questo è il tema portante di ECO, gioco online sviluppato dalla Strange Loop Games. Un intero ecosistema alla cui sostenibilità collaborano i giocatori: l’obiettivo è la costruzione di una tecnologia capace di fermare un meteorite in rotta di collisione con la Terra, senza inquinare il nostro mondo.
Con intento critico e dissacratorio rispetto agli attuali sistemi di gestione ambientale troviamo Molleindustria, collettivo di programmatori milanesi. A loro dobbiamo la creazione del gioco Oligarchy, il cui unico obiettivo è quello di fermare le energie alternative e sfruttare le risorse del nostro pianeta prima che tutto vada a rotoli. È un esempio di come anche in Italia il mondo del gaming si trova ad affrontare tematiche sempre più impegnate.
Per l’educazione ambientale e la corretta gestione delle nostre risorse, il videogame diventa quindi strumento efficace e divertente capace di coinvolgere tanto gli adulti quanto i più piccoli. Per capire gli effetti dell’inquinamento terrestre e di uno sfruttamento irresponsabile delle nostre risorse l’Università di Santo Tomas a Santiago del Cile ha creato Ciclania. Imparare, giocando, il nostro ruolo come parte di un sistema più grande in cui tutti gli esseri viventi sono connessi.
Sulla scia di un’educazione ambientale attraverso il gaming la P.M. Studios ha dato vita al progetto Ecowarriors: la protezione del nostro pianeta è ancora una volta l’obiettivo di questo gioco.
E le aziende? I più conosciuti produttori mondiali di console come Nintendo, Sony e Microsoft hanno stipulato un accordo volontario con la Commissione Europea per garantire risparmi energetici monitorabili nel tempo. L’obiettivo delle associazioni dello European environmental bureau è di arrivare a una normativa ancora più stringente e a una soglia minima di efficienza energetica. La soluzione potrebbe essere il gioco online, ma anche in questo caso ciò che conta è l’impronta ecologica delle singole aziende oltre che la consapevolezza green dei singoli giocatori. La decisione di William Hill, ad esempio, è stata quella di monitorare le proprie emissioni di CO2 seguendo le linee guida del DEFRA (Department for Environment Food & Rural Affairs) ed impegnarsi in una loro riduzione.
Un’alternativa ecologicamente sostenibile, come detto, potrebbe essere quella del gioco online. Ma anche in questo caso occorre fare attenzione secondo Greenpeace. Il cloud computing, infatti, richiede grosse quantità di energia e se è vero che il mondo digitale è un universo libero dai vincoli del nostro, è altrettanto vero che i giganti dell’high tech sfruttano risorse tutt’altro che virtuali.
In base ad uno studio condotto dall’Imperial College di Londra, ogni singolo gigabyte di traffico dati consuma circa 200 litri di acqua, impiegata per mantenere accesi e raffreddare i server. Vedere 250 video al mese produce circa 108 KgCO2. È chiaro così quanto sia importante che colossi come Netflix e Youtube puntino su fonti rinnovabili per la produzione di energia.
Saranno le future generazioni a valutare quanto abbiamo fatto in difesa del nostro ambiente, a noi spetta di sicuro l’impegno immediato e concreto in questo senso. C’è solo da augurarsi che il loro giudizio su di noi sia positivo.
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