Una rete mondiale per l’energia rinnovabile: il Politecnico di Torino sarà partner della Cina
Il progetto della State Grid Corporation, una delle aziende cinesi più grandi al mondo, è ambizioso e visionario: creare una rete mondiale per l’energia rinnovabile, che sarà distribuita in tutto il mondo con elettroliti ad elevata capacità.
Politecnico di Torino e Cina: i dettagli dell’accordo
La State Grid Corporation of China è le seconda società al mondo per dimensioni, secondo quanto riportato dalla Global 500, stilata da Fortune lo scorso anno.
Il Politecnico di Torino nel 2016 era stato invece l’unica Istituzione accademica italiana ad essere invitata come membro fondatore del Global Energy Interconnection Development and Cooperation Organization, ovvero l’ente internazionale dedicato allo sviluppo delle “global energy interconnections”.
Ora il Politecnico di Torino entra in gioco nel progetto cinese attraverso la sottoscrizione, avvenuta pochi giorni fa, di un protocollo d’intesa. L’accordo prevede l’avvio di due contratti di ricerca, con i quali si prevede di ospitare due dipendenti della State Grid Corporation, che svolgeranno presso il Politecnico il dottorato di Ingegneria elettrica.
In questo modo, il Politecnico diventa partner privilegiato del colosso cinese, che in Italia ha già il 35% di Cassa Depositi e prestiti reti. I progetti di ricerca dovranno approfondire a livello europeo il modello di fornitura elettrica a livello globale che i cinesi hanno ipotizzato, sia da un punto di vista tecnico che economico.
Rete mondiale per l’energia rinnovabile: cosa prevede il progetto
Il progetto di State Grid prevede di collegare le aziende di energia solare presenti e future, le centrali elettriche e le turbine eoliche presenti in Asia, Europa, Africa e nelle Americhe, sotto l’egida della State Grid stessa.
La proposta è ancora a livello embrionale e richiederebbe investimenti da tutto il mondo, ma se andasse avanti, potrebbe diventare il più grande sistema infrastrutturale del mondo. Secondo i suoi sostenitori, il sistema potrebbe essere operativo entro il 2050.
Si tratterebbe di un vero e proprio “villaggio energetico globale” in cui l’energia elettrica sarebbe fornita da fonti rinnovabili, situate in varie parti del mondo, e distribuita attraverso una rete di interconnessioni fatta di elettrodotti ad elevata capacità.
Nello specifico, la rete mondiale per l’energia rinnovabile sarebbe costituita da linee di trasmissione energetica che metterebbero in connessione e distribuirebbero energia tra le enormi aziende di energia solare situate intorno all’Equatore e le stazioni di energia eolica presenti all’Artico, insomma, Una sorta di Internet dell’energia. Il tutto collegato da una super rete elettrica condivisa tra tutti i continenti spiega il Professor Ettore Bompard, coordinatore scientifico dell’accordo tra il colosso cinese e il Politecnico di Torino.
I collegamenti energetici a livello globale dovrebbero essere resi possibili dall’istallazione di alcuni snodi energetici.
I vantaggi del progetto energetico a livello globale
L’obiettivo del progetto è il progressivo abbandono dei combustibili fossili, a favore del rinnovabile, promuovendo l’utilizzo di energia anche per consumi per i quali finora ci si è affidati ai combustibili fossili, come ad esempio i sistemi di riscaldamento.
Un vantaggio della rete globale sarebbe poi quello di non avere più cali elettrici: se da una parte del mondo è notte e dall’altra è giorno, poiché di notte il carico della rete elettrica diminuisce, non ci sarebbero più cali energetici notturni, poiché il mondo sarebbe alimentato da un’unica rete elettrica condivisa. A livello tecnico, lo studio di come si possano sfruttare meglio i flussi energetici globali tra il giorno e la notte, sarà compito del Politecnico.
La sfida lanciata dal progetto è ambiziosa e non si gioca solo sul piano tecnologico e ambientale. Si tratta infatti, come aggiunge lo stesso Bompard, di una sfida anche geopolitica: bisognerà passare dalle regole nazionali alla gestione di un mercato elettrico globale. Staremo a vedere.
Ti è piaciuto l'articolo?
Condividilo