documentario sugli effetti dei cambiamenti climatici
Cambiamento climatico

Al Gore torna con un nuovo documentario sugli effetti dei cambiamenti climatici

Pochi giorni fa la Paramount Pictures ha diffuso online il primo trailer di An Inconvenient Sequel: Truth to Power, il sequel del documentario premio Oscar Una Scomoda Verità. Si tratta di un documentario sugli effetti dei cambiamenti climatici diretto da Bonni Cohen e Jon Shenk. Questo progetto segue ancora una volta la vita pubblica dell’ex vicepresidente Al Gore e ripercorre il decennio trascorso tra questo e il primo film.
In An inconvenient sequel: Truth to power si parla di cambiamento climatico, di rivoluzione energetica e anche di politica; politica internazionale sopratutto… anche se il primo punto da affrontare è “domestico” e riguarda la nuova situazione globale nell’era della gestione Trump. Il film debutterà nelle sale di tutto il mondo il 28 luglio.

Facciamo un passo indietro: Una scomoda verità

Una scomoda verità passa in rassegna i dati e le previsioni degli scienziati sui cambiamenti climatici, ed è intervallato da momenti della vita personale di Gore. Attraverso una serie di presentazioni diffuse in giro per tutto il mondo, Gore riesamina la posizione degli scienziati, discute le implicazioni politiche ed economiche della catastrofe ambientale e illustra le probabili conseguenze del riscaldamento del pianeta se non si interverrà immediatamente e a livello globale per ridurre le emissioni di gas serra.

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Confutare le tesi

Il film fu all’epoca apprezzato per aver confutato le tesi di coloro che sostenevano che il riscaldamento globale fosse una falsa minaccia. Per esempio, Gore discusse dei rischi che avrebbe comportato lo scioglimento dei ghiacci Antartici e della Groenlandia, come l’innalzamento delle acque oceaniche di circa 6 metri, che avrebbe costretto oltre 100 milioni di persone ad abbandonare la propria terra.

C’era una volta un presidente americano, un produttore di macchine e un trattato sull’ambiente…

Al Gore sempre in Una scomoda verità suggerisce che lo sviluppo economico possa conseguire solo dal benessere della popolazione, mostrando ad esempio il cattivo andamento di General Motors rispetto a Toyota in relazione al diverso atteggiamento dei corrispondenti paesi verso il protocollo di Kyoto. Quasi un decennio dopo, l’ex vice presidente Al Gore torna sul grande schermo con “Uno scomodo sequel” e tutti gli occhi sono puntati sul presidente Donald Trump, in quello che di fatto sarà ricordato come il documentario sugli effetti dei cambiamenti climatici per i prossimi venti anni.

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Riscaldamento globale per inverni troppo freddi

Il trailer di “An Inconvenient Sequel: Truth to Power” si apre con una clip di Trump durante la campagna elettorale. Trump dal suo podio guarda la folla e dice: “Si gela qui. Si parla tanto di riscaldamento globale, ma dove è? Abbiamo bisogno di riscaldamento globale per scaldarci”. Si pensava scherzasse. Oggi non ne siamo poi così sicuri. Il trailer continua a mostrare immagini di incendi e inondazioni, mentre l’audio è quello della voce di Trump che promette di tagliare i finanziamenti stanziati per l’ambiente. Trump si è rivelato suo malgrado il più grande ufficio stampa di questo documentario sugli effetti dei cambiamenti climatici, tanto da aver firmato, proprio nel giorno in cui è stato rilasciato il trailer, un ordine esecutivo per togliere al governo federale i poteri sulle decisioni climatiche.

La prima italiana

Proprio pochi giorni fa, durante il Biografilm festival di Bologna è stato proiettato il documentario in anteprima.
Il film riprende la storia dell’ex vice presidente degli Stati Uniti Al Gore e del suo impegno per contrastare i cambiamenti climatici e il riscaldamento globale. Dove eravamo rimasti? Cosa è successo in questi dieci anni? Dove stiamo andando? Queste sono le domande che sembra porsi Gore e che di fatto aprono il film. La struttura è molto simile al precedente. Le telecamere seguono l’ex vice presidente e premio nobel per la pace nei suoi viaggi pubblici intorno al mondo per tenere degli speech sulla situazione climatica globale. Nel film lo seguiamo dalla Groenlandia alla Conferenza di Parigi con in mezzo ogni occasione possibile purché fosse utile per lanciare il grido d’allarme.

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Un vero  documentario sugli effetti dei cambiamenti climatici

An inconvenient sequel ripercorre i principali momenti (positivi o negati non importa) che hanno caraterizzto questa decade appena trascorsa: dall’effetto positivo che ebbe il prequel ai nefasti annunci dell’amministrazione Trump culminati con l’uscita dall’Accordo di Parigi.
Durante l’annuncio che sarebbe arrivato presto nelle sale questo sequel Al Gore ha detto che

“Ora più che mai dobbiamo pensare di cambiare prima di tutto noi stessi per risolvere la crisi climatica. Abbiamo motivo di essere fiduciosi; le soluzioni a questa crisi esistono e sono a portata di mano”.

Una rivoluzione energetica in aiuto?

Siamo vicini a una vera e propria rivoluzione energetica. Oggi possiamo avere tecnologie verdi e preformanti a prezzi sempre più bassi. Significa che molti paesi in via di sviluppo possono fruire di nuove forme di energia che non siano inquinanti o derivanti da combustibile fossile.
Il film si chiude con una considerazione di Gore. È probabile che il vero problema sia altrove e non nell’inquinamento vero e proprio. È in atto una crisi democratica, prima che ambientale. Per questo tutti dobbiamo reclamare il nostro diritto alla democrazia e a un mondo sano e giusto. Che sia alla portata di tutti.