Orti nel deserto con acqua di mare e sole
Orti nel deserto e irrigazione con acqua marina per affrontare la crisi alimentare globale. Viaggio tra le ricerche e le start-up dell’innovazione agricola in Cile, Australia e altri paesi.
Il deserto non più arido
Arido come il deserto? Non più. Ricercatori e start-up portano avanti progetti di innovazione agricola per produrre ortaggi e allevare pesci nel deserto con acqua salata. Unica soluzione per conservare la biodiversità ed essere sostenibili, in un mondo in cui ci saranno 2,3 milioni di persone in più nel 2050, secondo i dati della FAO.
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Pomodorini e bietola con acqua salata in Cile
Produrre verdura irrigata con acqua di mare non dissalata. È il risultato raggiunto da un gruppo di scienziate del Centro di ricerca tecnologica dell’acqua nel deserto (Ceitsaza) dell’Università Cattolica del Cile Settentrionale. Sono riuscite a coltivare bietola e pomodori ciliegini (scelti perché sopportano bene la salinità) nell’area costiera del deserto di Atacama, il più arido del mondo.
A differenza di altri progetti, non è stata usata la dissalazione ma una tecnica di irrigazione rivoluzionaria. Le agronome hanno messo le piante in due terrazze di coltura, su tre livelli: il primo livello con 40 cm di terra, il secondo con 80 cm e il terzo con 110 cm. Tutti con acqua marina che scorreva sotto il terreno. “Sfruttando la capillarità (ossia la proprietà di un liquido di salire o scendere da un tubo in cui è immerso), le piante hanno assorbito l’acqua lasciando nello strato inferiore i sali”, dice Natalia Gutiérrez Roa, direttrice del progetto.
La bieta ha dato ottimi risultati nel primo livello con piante cresciute tra i 22 e 52 cm. I pomodorini migliori erano quelli del terzo livello, con una crescita tra i 46 e 72 cm in altezza. Inoltre le verdure sono risultate più saporite ed hanno alti livelli di minerali (quelli buoni per la salute) come potassio, calcio e ferro.
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Il prossimo passo è la produzione di ortaggi a Caleta Constitución, comunità di pescatori di Mejillones, penisola di Antofagasta, la parte cilena del deserto di Atacama. “Vogliamo rendere produttiva l’area desertica. Dare agli abitanti queste conoscenze perché possano valutare il sistema e considerarlo un’alternativa alla pesca”, dice Yaneska Tapia Lineros, direttrice commerciale e tecnologica del Ceitsaza. In parallelo, le scienziate replicheranno il test con altre verdure come quinoa e basilico.
Sundrop Farms in Australia
Il Cile non è l’unico ad investire in innovazione agricola: in Australia la Sundrop Farms produce pomodori con sole e acqua salata nel deserto australiano. Attraverso 23.000 pannelli solari e con l’acqua salina del golfo di Spencer, pompata a 5 km di distanza e dissalata, i pomodori crescono in un ambiente protetto in serre d’avanguardia. Senza sfruttare il terreno (le piante crescono in cisterne sigillate con insetti carnivori non specificati per proteggerle da altri parassiti), senza pesticidi e senza l’uso di carburanti fossili.
“Questo impianto ci permette di applicare l’agricoltura di precisione: la stagionalità, la variabilità del terreno e le condizioni climatiche danno instabilità alla produzione agricola”, dice Joe de Vere, portavoce dell’azienda. Per questi motivi Sundrop Farms è stata scelta da Coles, catena di supermercati australiana, con un contratto di 10 anni per il rifornimento di 15.000 tonnellate di pomodori l’anno a un prezzo fisso.
Orti nel deserto in India, Israele ed Emirati Arabi
L’India ha oltre 650.000 agricoltori biologici e un’intera regione totalmente biologica, il Sikkim, nel nord-est del paese. L’India sta tornando a metodi di coltivazione naturali: da quelli tradizionali, come l’uso dell’urina di mucca come pesticida, a colture e allevamenti bio-dinamici nel pollame d’allevamento o nell’apicoltura. In Israele, Seakura coltiva alghe commestibili in piscine con acqua di mare dissalata prelevata dal mar Mediterraneo. E un ambizioso progetto ad Abu Dhabi negli Emirati Arabi applica l’agricoltura bio-dinamica nel deserto sia allevando pesci e gamberetti per l’alimentazione sia coltivando le alofite (piante che tollerano i terreni salini e alcalini o con acque salmastre) per produrre biocombustibili.
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Ricerca e sostenibilità contro la crisi alimentare planetaria
L’agricoltura di precisione e l’innovazione agricola sono le sole soluzioni possibili per proteggere la biodiversità ed affrontare la crisi alimentare planetaria. Difendere la sostenibilità con la ricerca e lo sviluppo è l’unica strada: la Terra è malata è la responsabilità del cambiamento spetta a noi.
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