Aumentano i lavori nelle rinnovabili: quasi la metà sono in Cina
Passare dalla produzione energetica basata sullo sfruttamento dei combustibili fossili alle fonti rinnovabili è una necessità impellente ribadita a livello scientifico per frenare o perlomeno rallentare il cambiamento climatico in corso. Ma i benefici dello sfruttamento di fonti energetiche sostenibili non si fermano al puro dato ambientale, né a quello relativo alla nostra salute: il fotovoltaico, l’eolico e compagnia bella sono infatti dei toccasana anche per l’economia. A dimostrarlo sono i dati di un recente rapporto pubblicato da Irena, nel quale si legge che durante il 2016 le persone occupate in lavori nelle rinnovabili sono state in tutto poco meno di 10 milioni. E se l’aumento è stato leggero tra il 2015 e il 2016, è da sottolineare che il numero di lavori nelle rinnovabili è cresciuto del 40% dal 2012 all’anno scorso.
Si punta a 24 milioni di lavori nelle rinnovabili entro il 2030
Più nello specifico, il report dell’International Renewable Energy Agency parla di 9,8 milioni di lavori nelle rinnovabili, 8,3 milioni senza contare l’idroelettrico. L’aumento rispetto all’anno precedente, dunque, è pari al 2,8%. «Le rinnovabili» spiega il Direttore generale di Irena Adnan Z. Amin
«stanno supportando grandi obiettivi socioeconomici, con la creazione di posti di lavoro fondamentali nella transizione globale energetica in corso. Guardano a questa continua crescita delle cifre, possiamo aspettarci che il numero di persone impiegate in lavori nelle rinnovabili arrivi a 24 milioni entro il 2030, andando così a fare molto di più che ricompensare i posto di lavoro persi nel settore dei combustibili fossili»
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La generazione di energia rinnovabile, dunque, «deve diventare un importante motore economico a livello globale». La crescita sottolineata dal direttore generale di Irena è trainata dal fotovoltaico: da soli, infatti, i pannelli fotovoltaici garantiscono un impiego a 3,1 milioni di persone. Il numero di lavoratori impiegati in questa area, dunque, è aumentato del 177% dal 2012 al 2016. Il secondo ramo a creare più lavori nelle rinnovabili è quello costituito dai biocarburanti, con 1,7 milioni di impiegati in tutto il mondo, seguito dalle centrali idroelettriche (1,5 milioni) e dall’eolico, fermo a 1,1 milioni.
Cina in testa, in Europa la potenza lavoro green è in Germania
A livello mondiale, il continente in cui si contano più lavori nelle rinnovabili è senza dubbio l’Asia, che si prende a man bassa il 60% del dato complessivo mondiale. A trainare il continente è la Cina, che ancora una volta si conferma il leader mondiale dei green job, contando infatti il 44% degli addetti globali. Pur distantissima dal record cinese ma comunque rilevante è l’India, che grazie alla crescita del settore fotovoltaico vanta il 4,6% degli occupati nella produzione di energia sostenibile a livello mondiale. Il Brasile dà invece lavoro al 10,5% degli addetti, mentre gli Stati Uniti si fermano a 9,3%. Nel suo insieme, invece, l’Europa si attesta al 14% del totale, soprattutto grazie alla potenza energetica della Germania: qui le persone occupate in lavori nelle rinnovabili nel 2016 erano in tutto 334mila, corrispondente al 30% dell’intero continente europeo. Segue al secondo posto la Francia, con 162 mila addetti, e il Regno Unito, con 110 mila occupati nel settore delle energie pulite. Inutile andare a cercare il dato relativo all’Italia nel rapporto stilato dall’Irena: il nostro Paese, infatti, non viene degnato di una distinzione, segnale dell’ancora basso numero di occupati nei lavori delle rinnovabili. Merita invece una menzione speciale il Sudafrica, il quale fino al 2015 non era mai rientrato nelle cinque edizioni precedenti del rapporto, e invece oggi figura con ben 61mila posti di lavoro.
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Con o senza idroelettrico
Per la prima volta il rapporto di Irena sui lavori nelle rinnovabili ha tenuto in considerazione anche il settore idroelettrico: come ha spiegato Rabia Ferroukhi, direttore del Ricerca, Politiche e Finanzia di Irena, «è importante riconoscere questi ulteriori 1,5 milioni di lavoratori, in quanto rappresentano quella che è la più potente tecnologia nel campo delle rinnovabili quanto a capacità installata». A guidare la crescita come si è detto è però il fotovoltaico, con un aumento del 12% in fatto di impiegati nel 2016. A farla da padrone anche qui è il mercato cinese, che si conferma anche quest’anno come il Paese con produce ed installa il maggior numero di pannelli solari al mondo. Gli addetti del fotovoltaico sono cresciuti del 24% anche negli Stati Uniti, raggiungendo la somma totale di 242.000 persone. Brutte notizie invece per il fotovoltaico in Giappone e in Unione Europea: in questi due casi, infatti, la produzione e l’installazione di pannelli sono diminuite, tagliando come conseguenza anche i lavoratori, calati di 111mila posti rispetto al 2015. Questo dato è in controtendenza con quello mondiale, che vede crescere la produzione e quindi l’occupazione nel fotovoltaico proprio in virtù dell’abbassamento dei costi.
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