Ecotossicologia, l’unico Centro di ricerca in Europa è un edificio innovativo e sostenibile
È importante che gli edifici riflettano le attività che vi si svolgono al loro interno. Una struttura architettonica dovrebbe sempre esprimere il senso di ciò per cui viene utilizzata, rappresentando una sorta di biglietto di ingresso, dotato di una forte simbologia. Chiaramente nella maggior parte dei casi è difficile che ciò possa avvenire, soprattutto se pensiamo ad edifici che cambiano destinazione d’uso e occupanti, ma quando questo legame fra progettazione e utilizzo degli spazi viene consacrato è sempre interessante vederne il risultato finale.
Ecotox Centre, centro di ricerca sull’ecotossicologia
Sicuramente questo connubio si è concretizzato nell’Ecotox Centre, l’unico centro di ricerca in Europa, situato a Valence, in Francia, dove si portano avanti studi di tossicologia ambientale ed ecotossicologia. L’edificio riflette le attività che vi vengono svolte per due motivi: da un lato è una struttura sostenibile, a basso impatto ambientale e dotata di sistemi ad alta efficienza energetica, elementi che ben si sposano con i campi di ricerca dell’istituto. Dall’altro lato ne riflette anche la diversità, perché le materie che vi si studiano all’interno non sono in realtà molto simili, seppur rientranti a grandi linee nello studio delle sostanze chimiche potenzialmente tossiche che possono danneggiare l’ambiente naturale e l’uomo.
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Design modulare e flessibile
Se visto dall’esterno il centro di ecotossicologia può sembrare quasi un hotel, ciò che lo caratterizza è un design iper modulare che lo rende estremamente flessibile, nell’ottica appunto di rispettare dei vincoli tecnici e funzionale diversi in base ai campi di ricerca.
L’edificio è la prima struttura realizzata all’interno dell’ecopark Rovaltain, un polo che verrà destinato anche ad altri istituti e aziende. E si propone quindi di offrire un’identità comune per la comunità scientifica e per i futuri abitanti del polo.
Un gioco di volumi per dare dinamicità al complesso
Per evitare un’eccessiva monumentalità dettate dall’uso di facciate lineare, il progetto del centro di ecotossicologia ha previsto lo sviluppo di un concept basato su un gioco di volumi tra le diverse piattaforme. I singoli blocchi che compongono il complesso, pur essendo geometrici, si alternano ad altezze differenti, un escamotage che consente di avere una sensazione di dinamicità e maggiore leggerezza del costruito.
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Facciate che emulano i colori del paesaggio
Un elemento sicuramente molto interessante del progetto è rappresentato dalle facciate, composte da pannelli che sembrano sedimentati e che sono stati pensati per evocare il massiccio del Vecors, che si trova nelle vicinanze. Anche i colori utilizzati, che alternano un tono di grigio a uno sfondo marrone riprendono quelli del paesaggio circostante, in un’ottica di integrazione del costruito all’interno dell’ambiente in cui si inserisce.
Schermature solari
Il sistema in facciata del centro di ecotossicologia non è però pura estetica. Il sistema è composto da pannelli orizzontali in lamiera che fungono da schermatura solare. Proteggono gli interni da un eccessivo irraggiamento ma al tempo stesso garantiscono anche l’isolamento termico.
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Vetrate e camini solari
La facciata si interrompe soltanto nel volume dell’ingresso all’Ecotox Centre, che invece è stato progettato con un sistema di vetrate continue che illuminano gli interni ma rischiando di surriscaldarli. Per evitare che ciò avvenga, i progettisti hanno disposto un sistema di camini solari che ventilano in modo naturale sia il foyer che la sala conferenze da 300 posti che si trova in questo spazio centrale.
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Tanto verde
Tutto intorno all’edificio il verde non manca. Sono state realizzate diverse aree attrezzate, pensate per lo svago, per il relax e anche per la socialità, immerse nella vegetazione.
SCHEDA DI PROGETTO
Architetti
Brunet Saunier Architecture
Paesaggisti
OIKOS (Pierre-Édouard Larivière)
Team di progetto
Bertrand Renaudin (Project Leader), Charles Bazzaz, Jürgen Fallert, Florian Ligier, Daniel Otero, Pierre Parquet, Joana Skendi, David Tessier
Superficie complessiva
22670 mq
Anno
2016
Fotografie
Edouard Decam
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