6 cose che devi sapere sull’evoluzione dei cambiamenti climatici
Abbiamo raggiunto i 410 ppm di emissioni di CO², la barriera corallina scomparirà entro il secolo e gli orsi polari rischiano l’estinzione. Riusciremo a rispettare l’accordo sul clima di Parigi e salvare la Terra?
L’evoluzione dei cambiamenti climatici
Il 2016 è stato l’anno più caldo dal 1880. Lo dimostra uno studio del Goddard Institute for Space Studies della NASA insieme al National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA). Lo scorso anno la temperatura mondiale è aumentata di 1° C rispetto al secolo precedente. Il riscaldamento climatico è in corso da milioni di anni ma ha aumentato la sua velocità negli ultimi tempi, come dimostra Climate Central. Questo determina l’incremento dell’effetto serra, la riduzione dei ghiacciai e l’innalzamento del livello del mare oltre a causare danni alla biodiversità.
Ecco 6 cose che devi sapere sull’evoluzione dei cambiamenti climatici:
1) Raggiunti i 410 ppm di CO²
Il 18 aprile il livello di anidride carbonica (CO²) nell’atmosfera ha raggiunto i 410 ppm (parti per milione). Il record è stato registrato dalla Keeling Curve, progetto dello Scripps Institution of Oceanography dell’Università della California San Diego. Le principali cause sono le emissioni da parte dell’uomo (cresciute negli ultimi 35 anni) che provocano l’effetto serra, oltre all’aumento dell’energia solare.
L’effetto serra (ossia il fenomeno naturale per cui la concentrazione di CO² nell’atmosfera impedisce che il calore del Sole si disperda nello spazio, causando un aumento della temperatura) è determinato dallo sfruttamento dei combustibili fossili (petrolio, carbone e gas naturale) e dalla deforestazione. Se continuiamo così, senza alcun calo delle emissioni, raggiungeremo i 2000 ppm entro il 2050.
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L’accordo sul clima di Parigi, firmato da 196 paesi nel 2015, prevede di mantenere l’aumento della temperatura globale sotto i 1,5° C, diminuendo le emissioni dal 2020. Sottoscritto anche da Europa, Cina, India e Stati Uniti (i più grandi inquinatori) prevede l’attivazione di fondi per produrre energia pulita e la decarbonizzazione dell’economia globale, con controlli ogni 5 anni. L’Unione europea, inoltre, ha l’obiettivo di ridurre le emissioni di gas serra del 40% rispetto al 1990. Obiettivi raggiungibili?
2) Clima instabile
Il surriscaldamento climatico provoca disastri ambientali come alluvioni, siccità, ondate di calore e di gelo. In tutto il mondo sono più che triplicati dal 1980 ad oggi. Solo dal 2011 al 2013, negli Stati Uniti ci sono stati 32 eventi climatici estremi che hanno provocato danni per oltre 1 miliardo di Dollari.
3) Riduzione dei ghiacciai e orso polare a rischio estinzione
Il Polo Nord si sta sciogliendo, anche i ghiacciai più antichi. Il pericolo più grande tuttavia è il Polo Sud: l’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) stima che da solo possa far aumentare il livello del mare di almeno 20 cm entro il 2100. Se queste previsioni possono avere poco significato per gli uomini, non è così per gli orsi polari. Gli scienziati prevedono una diminuzione del 30% di orsi polari nei prossimi 35 anni, a causa del disfacimento del loro habitat.
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4) Innalzamento degli oceani e morte della barriera corallina
Gli oceani subiscono un cambiamento radicale: si stanno alzando a causa dello scioglimento dei ghiacciai. Lo stesso studio dell’IPCC prevede un aumento del livello del mare tra 52 e 98 cm entro il 2100 se l’effetto serra continuerà a crescere. Oppure tra 27 e 61 cm se le emissioni verranno ridotte in modo rilevante.
Oltre a questo, gli oceani stanno diventando più caldi e acidi. Insieme all’inquinamento e alla bassa marea, sono i motivi principali dello sbiancamento e della fine della barriera corallina. Si stima che solo il 10% sopravviverà entro il 2050.
5) Deforestazione
Gli alberi, con la crescita, assorbono anidride carbonica per produrre ossigeno (attraverso la fotosintesi clorofilliana). Sarebbero un filtro naturale per assorbire i gas serra prodotti dall’uomo. Le foreste coprono ancora il 30% della superficie terrestre ma ogni anno ne perdiamo quasi 130.000 km². In Amazzonia, per esempio, circa il 17% della foresta è stata distrutta negli ultimi 50 anni per far spazio a pascoli o produzioni agricole intensive.
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6) L’impatto sull’uomo
Se questi dati non vi hanno convinto, sappiate che l’uomo danneggia anche se stesso. Oltre 22,5 milioni di persone sono state colpite da disastri ambientali collegati al cambiamento climatico, tra il 2008 e il 2015, secondo l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR). Lo dimostra anche un dossier di Legambiente. L’UNHCR, inoltre, afferma che risorse importanti come l’acqua o la biodiversità si stanno riducendo a causa delle temperature troppo calde e secche o fredde e umide. E potrebbero creare emergenze in molti paesi, nel prossimo futuro.
E l’Italia?
L’Italia non è esente dalle conseguenze del cambiamento climatico. Da un lato organizzazioni non governative come WWF, Legambiente, Coldiretti e Italian Climate Network ne parlano e cercano di diffondere uno stile di vita green. Dall’altro sono necessarie azioni concrete: la chiusura delle centrali a carbone in Italia può essere il primo passo per rinunciare ai combustibili fossili, che provengono dall’estero e ricevono sussidi.
L’ambiente si è rotto
Il 22 maggio è la Giornata mondiale della biodiversità. I dati sull’evoluzione dei cambiamenti climatici dimostrano che con l’industrializzazione e lo sfruttamento delle risorse naturali abbiamo “rotto” l’ambiente. Siamo ancora in tempo per aggiustarlo?
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