Agricoltura del futuro
Agricoltura

Agricoltura del futuro e miti, la ricerca di David R. Montgomery

Uno dei più grandi miti moderni sull’agricoltura moderna è che l’agricoltura biologica sia sostanzialmente sempre sostenibile. Questo in realtà, come tutto poi del resto, può essere vero, ma non è necessariamente così. In fondo, l’erosione dei suolo da campi coltivati senza l’impiego di agenti chimici ha minacciato l’impero romano e tante altre società antiche in tutto il mondo. Esistono poi altri miti in agricoltura che allo stesso modo rischiano di ostacolare l’agricoltura del futuro, la crescita e il ripristino dei suoli “impoveriti” soltanto perché accettano a priori l’utilizzo di prodotti chimici.

Un viaggio vero l’agricoltura del futuro?

Quando David R. Montgomery ha intrapreso un viaggio di sei mesi per visitare le aziende agricole di tutto il mondo per fare delle ricerche sul suo nuovo libro: Growing a Revolution: Bringing Our Soil Back to Life ha incontrato diversi contadini che gli hanno mostrato alcune pratiche agricole rigenerative in grado di ripristinare “in modo agricolo” il terreno. Sia nel mondo sviluppato che in quello in via di sviluppo, questi agricoltori hanno rapidamente ricostruito la fertilità del loro suolo degradato, che poi ha permesso loro di mantenere rendimenti elevati utilizzando molti meno fertilizzanti e pesticidi.

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Prove convincenti

Le esperienze di questi contadini e i risultati osservati direttamente dall’autore in aziende del Nord e Sud Dakota, Ohio, Pennsylvania, Ghana e Costa Rica, offrono prove convincenti che la chiave per l’agricoltura del futuro e per sostenere un’agricoltura altamente produttiva sta nella ricostruzione sana del terreno. Questo viaggio dice l’autore: mi ha portato anche a mettere in discussione tre pilastri della saggezza convenzionale  sull’agricoltura industrializzata di oggi e cioè: che alimenta il mondo, che è il modo più efficiente per produrre cibo e che sarà necessaria per alimentare il mondo di domani.

Mito #1: l’agricoltura su larga scala alimenta il mondo di oggi

Secondo un recente rapporto di alimentazione e l’agricoltura della FAO, le aziende familiari producono più di tre quarti del cibo del mondo. La FAO stima, inoltre, che quasi i tre quarti di tutte le aziende mondiali sono più piccole di un ettaro. La maggior parte degli agricoltori di tutto il mondo lavora la terra per sfamare se stessi e le loro famiglie. Così, mentre l’ agricoltura industrializzata alimenta il mondo sviluppato, la maggior parte degli agricoltori mondiali lavora in piccole aziende a conduzione familiare. Un rapporto Environmental Working Group 2016 ha trovato che quasi il 90% delle esportazioni agricole degli Stati Uniti è andato a paesi sviluppati dove pochi soffrono la fame. Naturalmente il mondo ha bisogno di agricoltura commerciale, a meno che tutti noi vogliamo vivere e lavorare nostre aziende agricole. Ma sono le grandi aziende industriali davvero il migliore esempio, e tanto meno l’unico, via da seguire per segnare le sorti dell’agricoltura del futuro? Questa domanda Montgomery a un secondo mito.

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Mito #2: le grandi aziende agricole sono più efficienti

Uno studio del Consiglio Nazionale delle Ricerche ha concluso che “i sistemi agricoli alternativi ben gestiti quasi sempre utilizzano meno pesticidi, meno agenti chimici sintetici, meno fertilizzanti, antibiotici e per unità di produzione di un’azienda convenzionale”.
Inoltre  la meccanizzazione è in grado di massimizzare i costi e il lavoro nelle grandi aziende, ma questo non necessariamente significa più efficienza. Secondo un rapporto del censimento agricolo del 1992 le piccole fattorie diversificate produrrebbero più del doppio, per acro, rispetto alle grandi aziende agricole.
Anche la Banca Mondiale sostiene che le piccole aziende siano il modo più corretto per aumentare la produzione agricola nei paesi in via di sviluppo dove la sicurezza alimentare rimane un problema urgente. Mentre le grandi aziende eccellono nella produzione di una determinata coltura “di massa” come il mais o il grano, le piccole aziende diversificate producono più tipi di alimenti.

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Mito #3: la coltura convenzionale è necessaria per nutrire il mondo

Uno studio ha messo a confronto i raccolti nelle aziende agricole convenzionali con quelli delle aziende biologiche, dove i raccolti venivano fatti ruotare per costruire la salute e la solidità del suolo. Queste tecniche riducono il divario a meno del 10%, ma secondo Motgomery il gap reale può essere molto più piccolo. In altre parole, le basi per rivendicare che l’agricoltura biologica non può alimentare il mondo dipendono tanto dai metodi di coltivazione specifiche tanto dal tipo di azienda.

O, ancora con altre parole, il futuro dell’agricoltura almeno per adesso e per fortuna, non dipende da nessun mito.