Utopie sostenibili, la città efficiente e futuristica immaginata da Jacques Fresco
Dimentichiamoci il denaro, il potere e la proprietà. E sostituiamoli con il benessere comune, la condivisione e il riuso delle risorse. Se a qualcuno può sembrare un ritorno ai principi sessantottini non si sbaglia di molto, perché è proprio negli anni ’70 che l’oggi centenario Jacques Fresco ha iniziato a mettere le basi per quello che prenderà il nome di Venus Project. Un modello alternativo di civiltà che parte da una visione politico-economica totalmente opposta a quella del capitalismo e che si concretizza nella realizzazione di città sostenibili, autosufficienti e futuristiche.
Le utopie sostenibili di Jacques Fresco e Roxanne Meadows
Nato a New York nel 1916, Jacque Fresco è un disegnatore industriale, un progettista autodidatta e, come lui stesso si è più volte autodefinito, un ‘ingegnere sociale’. Grazie alla collaborazione con l’illustratrice architettonica Roxanne Meadows, Fresco ha negli anni elaborato una serie di teorie educative e comportamentiste, economiche e sociali, architettoniche e urbanistiche che si sono incontrate e concretizzate in una proposta complessa ed esauriente di riprogettazione della società.
Venus Project, dalla teoria alla realtà
Dopo anni di studi e di sperimentazioni, il modello immaginato dalle due menti visionarie è stato implementato all’interno del centro di ricerca Venus Project, uno spazio immerso di circa 90mila mq immerso nel verde incontaminato della Florida ed è in programma la realizzazione della prima città sperimentale, sempre negli Usa. Quanto ci sia di realmente attuabile nelle teorie di Fresco e quanto invece vadano considerate soltanto come le ennesime utopie sostenibili non possiamo saperlo. Ma sicuramente sono quelle storie che vorremmo sentirci raccontare per non perdere la speranza in un futuro migliore, dove il benessere dell’uomo e dell’ambiente possano tornare ad essere al centro.
Una civiltà sostenibile alternativa
Il Venus Project è, come si legge nella presentazione del progetto, una visione alternativa realizzabile a partire dalla conoscenza che già abbiamo, con l’obbiettivo di sviluppare una nuova civiltà globale sostenibile. Il risultato sono vere e proprie città circolari che, grazie a tecnologia e scienza, diventano dei micro-cosmi a zero impatto ambientale.
Parliamo quindi di architettura, infrastrutture e servizi che costituiscono un modello innovativo di centro urbano ma le idee alla base di Venus Project vanno aldilà della progettazione e dell’urbanistica.
Economia basata sul riuso delle risorse
Si parte da quella che lo stesso Fresco ha definito un’ “economia basata sulle risorse”, ovvero un approccio basato sulla preservazione e gestione responsabile delle risorse, il cui fine è sviluppare un ciclo virtuoso che sia il più efficiente e sostenibile possibile. Un’economia basata sulle risorse si concentra sulle risorse stesse, piuttosto che sul denaro. E’ un sistema nel quale le merci e i servizi sono disponibili senza l’utilizzo della moneta, del credito o debito e neanche sul baratto, ma semplicemente sul riuso. L’elemento chiave delle utopie sostenibili immaginate da Fresco sono chiaramente le energie rinnovabili ma anche la condivisione della conoscenza e delle nuove tecnologie a beneficio di tutti. Va sottolineato infatti che le città utopiche di Fresco non sono l’espressione di un desiderio di ritornare a una vita pastorale e bucolica ma sono al contrario l’esempio dell’innovazione portata all’eccesso.
Tecnologia al servizio dell’uomo e dell’ambiente
Il Venus Project è un sistema sociale che riconosce l’efficienza della tecnologia e della meccanizzazione ma che intende metterla completamente al servizio del benessere dell’uomo e del Pianeta.
“Nella società d’oggi- spiega Fresco nel film Zeitgeist: Addendum diretto da Peter Joseph- raramente si sente qualcuno parlare del progresso del suo Paese o della sua società in termini di benessere fisico, felicità, fiducia o stabilità sociale. Piuttosto, le misure ci vengono presentate per mezzo di astrazioni economiche. La realtà, invece, è che l’interesse per l’incentivo monetario è completamente scollegato dall’interesse per la vita ed il benessere collettivo”
Al bando la tradizionale politica
Fra le principali idee alla base del Venus Project c’è di fatti sicuramente quella di scardinare la politica del passato. Secondo i due fondatori del movimento è raro trovare politici che siano esperti in materia di prevenzione del cambiamento climatico o di sviluppo di fonti di energia pulita. Al contrario spesso lavorano a favore delle lobby e per servire l’interesse di ricchi e potenti.
Scienza e cibernetica al centro delle utopie sostenibili
“Questo non vuol dire che abbiamo bisogno di persone eticamente irreprensibili al Governo- ha dichiarato recentemente Roxanne Meadows- ma di un sistema che garantisca la parità di accesso alle risorse e l’eliminazione della povertà. Noi vorremmo utilizzare una misurazione scientifica per assegnare le risorse e per distribuirle in modo equo. All’interno delle nostre città energeticamente efficienti di Venus Project dovrebbero esserci di gruppi interdisciplinari di persone competenti in diversi settori, accompagnati da sistemi di cibernetica che utilizzano sensori per monitorare tutti gli aspetti della società al fine di fornire informazioni in tempo reale che possano supportare qualsiasi decisione da prendere per il benessere dell’uomo e la tutela dell’ambiente.”
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