Costruzione modulare prefabbricata, il futuro dell’edilizia?
L’aumento dei costi energetici, i più elevati standard di sostenibilità e le tecnologie innovative stanno guidando – e in un certo senso cambiando – il mercato dell’edilizia mondiale, orientandolo verso una maggiore sostenibilità grazie alla così detta costruzione modulare prefabbricata. Il tempo, gli studi e l’innovazione tecnologica ci hanno donato nuove competenze, intese come figure professionali e come nuove nozioni capaci di portarci a concepire nuovi (e migliori) modi per costruire o ristrutturare edifici e abitazioni. Ne abbiamo parlato qualche tempo fa su green.it, ma pensiamo che valga la pena approfondire questa tematica.
La costruzione modulare prefabbricata
La costruzione modulare prefabbricata è un approccio edilizio che ha dimostrato di poter contribuire a ridurre l’impatto ambientale nelle costruzioni e contemporaneamente aumentare l’efficienza energetica e la sostenibilità complessiva della struttura. La costruzione dei moduli avviene in fabbrica per il 90% del processo. Le case vengono praticamente già assemblate negli stabilimenti e poi i moduli spediti sul sito di costruzione dove verranno completati. I moduli sono già forniti di infissi, pavimenti, rivestimenti ed elettrodomestici.
La forza di queste costruzioni sta nell’avere in un unico luogo (la fabbrica) operai specializzati, risorse e materiali: ovvero tutti gli elementi e le risorse necessarie alla costruzione dei moduli. Cosa che non avverrebbe in un cantiere classico dove si alternano operai e fornitori a seconda dell’avanzamento dei lavori.
Durante un normale cantiere si calcola che si possa arrivare a generare fino a ottomila chili di rifiuti mentre il riciclaggio sta diventando una pratica sempre più diffusa nella costruzione di case modulari dove è frequente il riutilizzo di materiale residuo da altri progetti. Si pensi per esempio all’impiego del legno: i pezzi sono spesso pre-tagliati pronti ad essere assemblati e i residui di legname possono essere macinati e riciclati per ulteriori scopi. Lo spreco di legno, e quindi la produzione di rifiuti di cantiere, è praticamente pari a zero.
Riduzione dei tempi di costruzione
La costruzione modulare, oltre ai notevoli vantaggi ambientali, offre quindi grazie alla costruzione distaccata anche la possibilità di un consistente risparmio energetico e di tempo; un elemento, quest’ultimo, da non sottovalutare perché riduce ulteriormente l’impatto dell’edificio sull’ambiente. Infatti con gli edifici modulari, dove la costruzione della casa si svolge in una fabbrica, si abbattono tutti quei ritardi dovuti a fenomeni esogeni, vedi le avverse condizioni climatiche che potrebbero costringere a sospendere o a rallentare i tempi di lavorazione in loco o i trasporti dei materiali e della forza lavoro.
Vita più sostenibile dopo il completamento
Le costruzioni modulari sono più sostenibili rispetto a una costruzione convenzionale. In quest’ultima per esempio l’accesso è limitato intorno alle prese elettriche, agli infissi, ai tubi e a tutte le altre fonti di infiltrazioni d’aria. Il lavoro in fabbrica consente di operare al meglio nella procedura di isolamento, affinché possano ridursi al limite le infiltrazioni d’aria per prevenire la perdita di calore che consentirà alla casa, una volta completa di ridurre i costi di riscaldamento e raffreddamento.
Molte fabbriche di case modulari si concentrano sulla costruzione di case più sostenibili includendo materiale rigenerato e utilizzando i rubinetti a basso flusso, elettrodomestici a basso costumo, illuminazione led e sistemi HVAC (è una sigla inglese, molto usata in tutti i campi dell’industria, che sta per Heating, Ventilating and Air Conditioning, ovvero riscaldamento, ventilazione e condizionamento dell’aria), l’installazione di finestre e porte in grado di avere un effetto di “taglio termico” e tutto quello che in qualche modo possa aumentare la sostenibilità delle case ed evitare gli sprechi.
La costruzione o ristrutturazione modulare sembra quindi la scelta più sensata per non pesare troppo sull’ambiente e per costruire case e complessi abitativi sostenibili e ben integrati con l’ambiente circostante. Dal nostro punto di vista resta comunque da abbattere la barriera culturale che rappresenta l’ostacolo più temibile, quello che vede nell’accezione del termine “prefabbricato” una qualità bassa e un qualcosa di provvisorio, non rifinito, di passaggio. Superati gli ostacoli tecnici e tecnologici è forse questo il vero problema ancora da risolvere.
Ti è piaciuto l'articolo?
Condividilo