Riscaldamento globale: perché l’Artico si scioglie e l’Antartico cresce?
Che differenza c’è tra Artico e Antartico? Da anni gli scienziati di tutto il mondo si spremono le meningi per capire perché da una parte i ghiacci Artici stanno soccombendo sotto l’innalzamento delle temperature, mentre dall’altra la superficie ghiacciata dell’Antartico resta stabile, anzi, tende a crescere. Non è un problema da poco, su molti livelli, e inoltre la faccenda ancora inspiegata dell’Antartico è una vera pacchia per tutti quelli che continuano a voler negare la crisi climatica in corso. Resterà per esempio negli annali l’uscita del Senatore repubblicano dell’Oklahoma James Inhofe, il quale, sottolineando come sua abitudine che il cambiamento climatico altro non fosse che una bufala, invitò gli scienziati a concentrarsi maggiormente su ciò che «non si sta sciogliendo».
Artico e Antartico, due ambienti diametralmente opposti
Se per esempio nel 2014 il ghiaccio che ricopre il Polo Sud aveva raggiunto il proprio livello massimo di estensione a partire dai tardi anni Settanta (ovvero da quando attraverso i dati satellitari si tiene conto delle sue variazioni), quello stesso aumento riusciva a coprire solo un terzo della rapidissima perdita di ghiaccio nel Mar Glaciale Artico Artico. Ma perché dunque il cambiamento climatico sa portando a dei risultati contrari tra Artico e Antartico? Per prima cosa va sottolineato il fatto che ai due Poli del nostro Pianeta, come sappiamo, esistono due ambienti completamente diversi: se infatti l’Antartide è un continente circondato dall’oceano, l’Artide è l’opposto, presentandosi come un oceano racchiuso tra i continenti.
Lo studio della Nasa
Negli ultimi quattro decenni, la storie di Artico e Antartico hanno preso due strade totalmente differenti. L’Artico ha perso in media ogni anno una superficie pari a 53.900 chilometri quadrati di ghiaccio; l’Antartico, al contrario, ha visto aumentare la propria superficie ghiacciata di 18.900 chilometri quadrati. Ma qual è il motivo dirimente di questi comportamenti inversi tra Artico e Antartico? Per risolvere la scottante questione è al lavoro, tra gli altri, anche un team di ricerca della Nasa. Stando ai loro dati e ai loro studi, i venti gelati della regione Antartica, uniti alle fredde correnti marine che circondano il continente, sono dei fattori con una potenza maggiore rispetto ai cambiamenti delle temperature globali.
L’influenza delle correnti oceaniche
Va in primo luogo sottolineato che le correnti oceaniche della regione Antartica sono tali da prevenire qualsiasi opportunità, per le calde acque degli altri oceani, di raggiungere i pressi del continente, ed è principalmente questo il fattore che ha permesso al ghiaccio di crescere anno dopo anno, anziché sciogliersi come succede intorno al Polo Nord. Ovviamente nulla di tutto questo sta succedendo al Polo Nord, dove il ghiaccio si sta sciogliendo a ritmi insostenibili: qui, infatti, le correnti calde arrivano ad influenzare pesantemente la temperature del Mar Glaciale Artico.
L’importanza della barriera di ghiaccio
Un altro contributo molto importante alla ricerca è stato quello apportato da Son Nghiem, ricercatore della Nasa impegnato nel Jet Propulsion Laboratory: «il paradosso del ghiaccio marino polare è una vera sfida per la comunità scientifica», ha affermato Nghiem. Per aumentare le nostre conoscenze su questo fenomeno il ricercatore ha analizzato delle immagini satellitari della regione Antartica, rilevando l’importanza del distaccamento stagionale di grandi masse di ghiaccio. Questi iceberg, infatti, vengono spinti verso nord, lontani dalla riva, andando così a formare una sorta di barriera di ghiaccio intorno al continente. «Queste masse distaccate sono formate da ghiaccio vecchio» ha spiegato Nghiem, «un ghiaccio più denso, ruvido, che forma una grande parete che ripara la superficie ghiacciata al suo interno». Come inoltre ha precisato lo studioso della Nasa, il ghiaccio in mare aperto cresce dieci volte più velocemente di quello a riva.
Altre ipotesi sulla differenza tra Artico e Antartico
Mentre la superficie ghiacciata dell’Antartico continua a crescere, le ipotesi avanzate dagli scienziati sono state le più varie: qualcuno ha ipotizzato un cambiamento nel sovrastante buco dell’ozono, mentre altri hanno parlato di maggiori volumi di acqua fresca nell’oceano intorno al continente del Polo Sud. «Il Mar Glaciale Artico è completamente differente da quello Antartico, il quale si scioglie quasi completamente ogni estate» ha spiegato Lars Kaleschke, un ricercatore del Center for Earth System Research and Sustainability dell’Università di Amburgo, aggiungendo che «la stessa formazione del ghiaccio è diversa». Nella regione Antartica c’è più neve, e questo aiuta la formazione annua di ghiaccio, e in un secondo tempo ne ritarda lo scioglimento. Kaleschke non mette in dubbio la validità dello studio di Nghiem, ma afferma che ci sono molte altre forze in gioco: «una dei fattori più convincenti che ho visto è il rinfrescarsi dell’Oceano Australe in seguito alle precipitazioni nevose». Va infatti sottolineato che un aumento della nevosità nella regione Antartica è del tutto compatibile con gli attuali modelli climatici globali, in quanto un’atmosfera più calda porta ad un maggiore tasso di umidità. L’esistenza stessa di tutte queste diversi ipotesi formulate dai più eminenti scienziati del globo rivela rivela però una sola e inequivocabile certezza: servono più dati, più informazioni, e quindi più studi.
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