Cinque materiali innovativi di cui non si sente parlare
Le innovazioni nei processi di riciclo e riuso dei materiali di scarto negli ultimi anni hanno fatto notevoli passi avanti. Dai designer agli architetti, molti professionisti hanno scelto di mettere al centro del loro lavoro i nuovi prodotti provenienti dall’industria del riciclo, utilizzandoli per realizzare oggettivi creativi e sostenibili.
WasteBasedBricks: i mattoni ecofriendly
Hanno nomi come melanzana, tartufo, torrone e caramello. Sono i mattoni realizzati a mano dall’azienda olandese StoneCycling, fondata da Tom van Soest e Ward Massa, che dal 2013 ha scelto di investire nel recupero di materiali provenienti dal settore edilizio e raccolti nel raggio di 150 km dall’azienda dove vengono creati. Dopo tre anni di attività, ora nei Paesi Bassi questi nuovi mattoni ecofriendly, prodotti a partire da miscele di cantiere e materiali di demolizione, vengono utilizzati anche per la costruzione dei primi edifici con questo nuovo materiale.
Hot Wire Extensions
Nascono invece dalla collaborazione tra designer e costruttori i prodotti dello studio londinese Ilio, che utilizza polvere di Nylon proveniente dagli scarti di lavorazione delle stampanti 3D, inserita in una scatola con fili di metallo con carica elettrica per realizzare sgabelli, lampade e altri oggetti per la casa. Un’idea all’avanguardia, che prende già ora in considerazione il problema dei rifiuti provenienti da queste nuove tecnologie. Ma come funziona esattamente il processo? All’interno di un contenitore di legno si inserisce il filo di metallo modellato a piacere, dopo aver infilato all’interno due fili conduttori di energia elettrica che vengono fatti uscire dalla base del contenitore stesso. Una volta posizionato il cavo, si versa dentro la scatola la polvere di Nylon e si collegano i due fili emergenti con altrettanti cavi di corrente elettrica. Il risultato è il surriscaldamento dei cavi, che consente la solidificazione delle polvere di Nylon intorno al filo elettrico.
Materiali innovativi, dall’inorganico all’organico
L’artista californiana Mariana Nelson ha scelto di occuparsi della plastica non riciclabile. Grazie a diverse tecniche specializzate che prevedono tra le altre cose la fusione e la compressione dei materiali, Nelson è riuscita a creare numerose installazioni. Tra le sue opere più note, il “fungo” realizzato su una corteccia di un albero e creato con i coperchi dei bicchieri per i caffè take away di Starbucks.
Joining Bottles
E sempre dal riciclo della plastica nasce anche Joining Bottles il progetto di Micaella Pedros, che utilizza bottiglie di plastica come materiale per saldare insieme tra loro diversi pezzi di legno e realizzare, per esempio, degli sgabelli. Come procede Pedros? Semplice, raccoglie le bottiglie, ne taglia le estremità, lasciando solo il cilindro centrale, e inserisce all’interno due pezzi di legno. Dopodiché, una volta posizionata la parte in plastica sopra il punto di incontro tra le due parti, utilizza il calore per far trasformare la plastica in un collante molto resistente.
Piñatex: le foglie di ananas a servizio della moda
Dopo sette anni di ricerche coordinate da alcuni istituti accademici delle Filippine, è nato Piñatex, il nuovo tessuto naturale ricavato dalle fibre delle foglie scartate della pianta dell’ananas. Estremamente leggero, traspirante e resistente all’acqua. La fibra di Piñatex viene estratta con il processo di decorticazione delle foglie effettuato dai contadini della zona in cui crescono le piante del frutto tropicale. Un’opportunità quindi non solo per riutilizzare della materia che altrimenti verrebbe scartata ma anche per creare nuove occasioni di lavoro. Alcuni stilisti hanno già iniziato a realizzare pezzi di abbigliamento e borse con Piñatex, in alcuni casi scegliendolo come sostituto al cuoio. Recentemente, anche Spagna e Inghilterra, visto il successo del prodotto hanno scelto di investire in Piñatex, importando in europa il nuovo materiale.
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