Rinnovabili: la Svezia incentiva i sistemi di accumulo
Meno tasse e più incentivi per le rinnovabili
La Svezia sta imboccando la via giusta nel suo cammino verso un futuro lontano dall’energia dai fonti fossili. La promessa fatta l’anno scorso, ovvero quella di raggiungere il 100% di energia rinnovabile e sostenibile entro il 2040, sta infatti prendendo forma: a portare il Paese un passo più vicino alla sostenibilità totale sono stati gli incentivi decisi dal governo per aiutare la crescita delle rinnovabili a livello residenziale e non solo. Da una parte, infatti, il Ministro delle Finanze ha annunciato un taglio concreto dell’imposta sugli impianti solari, mentre dall’altra è stato elaborato un corposo incentivo per convincere i privati ad installare nelle proprie abitazioni dei sistemi di accumulo per l’energia fotovoltaica.
Il taglio dell’imposta sull’energia fotovoltaica
Ma questi non sono che gli ultimi aggiustamenti di un sistema che già adesso può vantare un’alta quota di energia prodotta da fonti alternative: ad oggi, infatti, il 66% del fabbisogno svedese è coperto dalle rinnovabili. La chiave del successo dell’energia green sono stati gli stanziamenti decisi dal governo: solamente l’anno scorso, per esempio, per lo sviluppo delle rinnovabili erano stati predisposti 546 milioni di dollari. All’inizio del 2016, invece, la Svezia aveva stupito il mondo intero con il suo primo impianto di produzione di energia elettrica a partire dalle onde. Questo Paese non è dunque nuovo al tema dell’energia sostenibile. Nonostante questo, però, qualche intoppo interno lungo la via della sostenibilità lo hanno conosciuto anche gli svedesi. L’inverno scorso, infatti, il governo di centro-sinistra aveva imposto una nuova tassa sulle centrali solari con una produzione superiore ai 255 kilowatt: questa imposta non ha ovviamente colpito le utenze domestiche, ma ha comunque generato un mare di critiche da parte delle associazioni ambientaliste. Nulla di strano, del resto: introdurre una pesante tassa sulla produzione di energia fotovoltaica subito dopo aver annunciato la volontà di tagliare del tutto le fonti fossili, in effetti, è un paradosso. Sommerso dalle lamentele, il governo di Stoccolma ha aggiustato il tiro alcuni giorni fa, attraverso le parole del Ministro delle Finanze Magdalena Andersson, il quale ha annunciato un taglio del 98% della tassa sul solare. E quel restante 2% sarebbe destinato a scomparire del tutto: questo, secondo il ministro, «permetterà un rapido aumento degli investimenti».
Finanziamenti per l’installazione dei sistemi di accumulo
Come detto, però, non è tutto qui: da qualche tempo la Svezia ha infatti annunciato anche un’ulteriore misura per incentivare l’energia rinnovabile, lanciando un nuovo schema tariffario per l’acquisto di sistemi di accumulo a livello domestico. La premessa a questa nuova politica è che, ad oggi, in Svezia il solare rappresenta solamente lo 0,1% del produzione elettrica, in un panorama dominato dall’idroelettrico e dal nucleare. La speranza è quindi quella di aumentare la fetta del solare nel mix energetico nazionale. Come ha dichiarato Johan Lindahl, della Swedish Solar Energy, «il mercato del fotovoltaico sta aumentando rapidamente in Svezia», precisando che «lo scorso anno la capacità del solare è cresciuta del 60%». L’interesse dei svedesi verso le rinnovabili a livello domestico sta infatti crescendo e, come ha dimostrato uno studio del 2014, almeno un proprietario su cinque sta considerando l’idea di installare nella propria casa un impianto fotovoltaico o una piccola turbina eolica.
5.000 euro di incentivi
Sull’onda di questo consenso crescente, dunque, si colloca la decisione del governo di mettere a disposizione dei cittadini degli incentivi per acquistare e installare dei sistemi di accumulo domestici. I sussidi in questione, che andranno a coprire il 60% dei costi fino ad un massimo di 50.000 corone svedesi (equivalenti a circa 5.000 euro), dovrebbero entrare in vigore proprio in questi giorni. Come ha sottolineato Andreas Gustaffson, responsabile del programma all’interno del Dipartimento Ricerca e Innovazione dell’Agenzia Svedese per l’Agenzia, «acquistare dei sistemi di accumulo rimane abbastanza costoso, ma grazie all’ultima generazione di batterie entrate sul mercato, alla riduzione di spesa prevista per il loro acquisto e all’incentivo di 50.000 corone, questa scelta diventa ragionevole». Il finanziamento potrà andare al sistema di accumulo nel suo complesso: il 60% di rimborso comprende dunque il costo delle batterie, ma anche dei cavi, dei sistemi di controllo, degli hub energetici intelligenti e dei relativi lavori di installazione. All’infuori degli incentivi, ovviamente, restano i costi legati all’acquisto e alla messa in opera degli impianti fotovoltaici.
L’esempio della Germania
Come ha precisato Gustaffson, questo schema di incentivi per i sistemi di accumulo è del tutto nuovo per la Svezia: «nonostante questo, speriamo di vedere il successo di questa operazione, assicurando allo stesso tempo nuove imprese e nuovi posti di lavoro per l’introduzione di questi sistemi di accumulo domestico». Una strategia simile, del resto, ha già avuto successo altrove: in Germania, grazie ai finanziamenti, sono già stati installati 19.000 sistemi di storage. Il successo di tale operazione ha spinto il Ministero dell’Economia tedesco a prolungare gli incentivi fino al 2018: ci sono dunque ottime speranze anche per l’iniziativa svedese, la quale sarà operativa fino alla fine del 2019. Nel complesso, il governo svedese ha stanziato 175 milioni di corone, ovvero circa 17 milioni di euro. Tutto dipende, come ha sottolineato Gustaffson, «da quanto diverranno popolari i sistemi di accumulo».
Ti è piaciuto l'articolo?
Condividilo