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Cambiamento climatico

Trump e l’ambiente: cosa ci possiamo aspettare?

Sei mesi fa ci eravamo trovati a chiederci cosa sarebbe successo se avesse vinto le elezioni americane Donald Trump, che non crede al cambiamento climatico. Lo avevamo fatto tenendo ben presente che le sue possibilità di essere effettivamente eletto alla Casa Bianca erano scarse, scarsissime. Ingenuità, scarsa capacità dei media di leggere la realtà, sondaggi sballati, pie illusioni. Sono tanti i motivi che hanno spinto gran parte del mondo a dare per scontata la sconfitta del tycoon. Eppure eccoci qui: mercoledì mattina ci siamo svegliati con tutta la stampa mondiale stupita per la vittoria di Trump. Quale sarà la portata di questo evento imprevisto sulla politica internazionale, sulla finanza e su mille altri aspetti, beh, è tutto da vedere. Una cosa, infatti, è la campagna elettorale, un’altra cosa è la vera politica. In questo caso, almeno, si spera sia così, soprattutto per la questione ambientale.

La bufala cinese del cambiamento climatico

Come abbiamo già detto in passato, infatti, Trump non crede al cambiamento climatico: è convinto che sia «una bufala inventata dai cinesi per minare l’industria americana». Di certo non è il solo a pensarla così all’interno del partito repubblicano statunitense. Ma lui è andato persino più in là con questo nonsense: andando contro al parere di tutti gli scienziati, infatti, è arrivato ad affermare che «in realtà il Pianeta si sta congelando». Insomma, è arrivato a negare la pura evidenza dei fatti.

Emissioni statunitensi in aumento del 16% con Trump

Ognuno può avere le sue opinioni, certo. Ma il fatto che il presidente della più potente nazione del mondo non creda – o faccia finta di non credere – al cambiamento climatico può avere delle conseguenze mostruose. Per farsi un’idea del rischio che incombe con la presidenza di Donald Trump, basta osservare le stime effettuate dal centro di ricerca Lux Research. Se il tycoon non si rimangerà le proprie promesse elettorali in fatto di inquinamento, le emissioni di gas serra degli Stati Uniti – rispetto a quelle prospettate con le politiche di Hillary Clinton – aumenteranno del 16% entro il 2024. E non è poca cosa: traducendo questa percentuale, infatti, si capisce che nei prossimi otto anni gli Usa potrebbero arrivare a rilasciare nell’atmosfera 3,4 miliardi di tonnellate di anidride carbonica in più, pressapoco la stessa quantità che ad oggi produce un paese grande quanto l’Ucraina.

Le promesse elettorali diverranno realtà?

Durante la campagna elettorale Trump ha dichiarato a chiare lettere che, se eletto, avrebbe quanto prima cancellato tutti gli impegni presi dalla amministrazione Obama con l’accordo di Parigi. In un battito di ciglia, dunque, gran parte del lavoro degli ambientalisti degli ultimi anni svanirebbe, con il rischio che altri paesi seguano questo malaugurato esempio. Certo, le clausole dell’accordo siglato dopo la Cop21 prevedono la possibilità di abbandono solamente dopo i primi quattro anni: ma stiamo parlando di Trump, uno che ha promesso di rilanciare la crescita economica puntando tutto sull’industria petrolifera e sugli altri combustibili fossili. Insomma, lui promette di fare quello che gli altri si sono impegnati a non fare. Erano solo chiacchiere per distinguersi dalla Clinton? Quando ha detto di voler tagliare tutte le spese federali per l’energia pulita, come l’eolico, il solare, diceva sul serio? Lo scopriremo presto. Oltre a questo, il nuovo presidente degli Stati Uniti ha dichiarato di voler riprendere il progetto del contestatissimo Oleodotto XL, il quale dovrebbe collegare il Canada alle raffinerie del Texas, fermato da Obama in quanto inquinantissimo. Anche quelli dell’EPA, l’agenzia governativa ambientale statunitense, devono iniziare a tremare: Trump ha infatti dichiarato senza mezzi termini che «il loro lavoro è una disgrazia».

Dalle opinioni ai fatti

Quello che fino a qualche mese – o giorno – fa pensavamo fosse pura follia, dunque, sta per diventare realtà. Ora, ai cittadini americani come al resto del mondo, non resta che rispettare il volere delle masse. Fino ad oggi Trump è stato un imprenditore, un magnate, un personaggio eccentrico, ma comunque un semplice cittadino. Tra non molto farà il suo ingresso nella stanza ovale come presidente degli Stati Uniti d’America: solo a quel punto potremo iniziare a giudicare le sue azioni.