PAV (Parco d’Arte Vivente): Torino riqualifica con l’arte un’ex area industriale
Un parco nel cuore dell’ex area industriale di Torino, 23mila mq riqualificati e destinati ad area verde. Dove fino agli anni ’90 sorgeva la Framtek, società di proprietà della Fiat che produceva componenti per auto, ora cresce rigogliosa l’erba.
Si chiama PAV, Parco d’Arte Vivente, il centro sperimentale d’arte contemporanea progettato da Gianluca Cosmacini e Alessandro Fassi, nato ufficialmente nel 2008 nel capoluogo piemontese grazie all’assessore alla cultura Fiorenzo Alfieri e all’inventiva dello scultore e artista torinese Piero Gilardi. Il parco si inserisce nella rete museale della città metropolitana di Torino ed è, purtroppo, un’eccezione rispetto alla media degli interventi di rigenerazione urbana delle aree industriali dismesse, che vengono solitamente destinate ad uso residenziale. Ma qual è la sua particolarità? Il PAV non è una semplice polmone verde all’interno di un’area urbana in trasformazione, ma è qualcosa di più. Dalle visite guidate ai workshop formativi, dai laboratori artistici alle iniziative ludiche per i bambini e ragazzi, sono moltissime le attività che è possibile fare sia all’aperto tra le creazioni degli artisti sia all’interno del museo.
Centrale è infatti nel progetto la volontà di creare un dialogo tra il visitatore, le opere d’arte e la natura, in un luogo che è stato concepito come spazio per sperimentare nuove forme di sviluppo urbano. Un cantiere ininterrotto in cui convivono sculture permanenti e mostre temporanee, che si concentrano in particolare nella galleria posizionata al di sotto del manto erboso.
Le opere del PAV
Tra le opere che caratterizzano il parco spicca Trefle dell’artista Dominique Gonzalez-Foerster, un grande quadrifoglio di siepi scavato all’interno del terreno e circondato da un percorso pedonale.
Di Gillés Clement è invece il Jardin Mandala, un tracciato di circa 500mq di vegetazione spontanea che si sviluppa sul tetto del PAV.
“La natura riesce a svilupparsi, diversificarsi ed autoregolarsi senza il nostro aiuto. Grazie a questi processi, si autosostenta e mantiene in autonomia la sua biodiversità”,
ha affermato l’artista Clement, durante l’inaugurazione dell’opera.
Il progetto Tobee
Molte le iniziative che il parco realizza in collaborazione con le scuole torinesi. Tra questi Tobee, gioco di parole che richiama sia al verbo essere che alla parola ape in inglese. Tobee è un
“progetto cooperativo sul tema della sostenibilità ambientale – si legge sul sito di PAV – che mette in relazione gli studenti delle scuole della città di Torino con un’esperienza di apicoltura urbana e, in parallelo, con un progetto di mappatura digitale e interattiva della biodiversità vegetale presente nell’intero habitat urbano”.
Grazie alla collaborazione con l’associazione UrBees che si occupa di promuovere l’apicoltura urbana, oggi alcune centraline apiarie sono collocate in luoghi diversi della città con la finalità di ottenere, tramite l’analisi del miele prodotto, dati aggiornati e approfonditi riguardanti lo stato di salute dell’aria e delle specie vegetali presenti nel contesto urbano.
Un progetto che rende i ragazzi protagonisti in prima persona, grazie alla raccolta di informazioni botaniche e ambientali tramite dispositivi digitali che gli permettono di contribuire attivamente alla raccolta di dati inediti.
Non solo ambiente.
Di foodsharing si occupa invece l’associazione ConMoi che dal 2015 collabora con la realtà di PAV. In che modo? Grazie alla condivisione di spazi comuni, che il parco mette a disposizione delle iniziative che mirano a raccogliere e ridistribuire gratuitamente il cibo che avanza e che non può più essere venduto nei circuiti commerciali.
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