Startup e food: un’accelerazione tutta italiana
Il settore agricolo in Italia funziona. Secondo Coldiretti l’agricoltura italiana è la più green d’Europa. A cascata, sembra che anche quello del food goda di ottima salute. Ecco perché assistiamo a un fiorire di acceleratori foodtech che mirano a fornire gli strumenti per rendere più competitivo tutto il settore alimentare, implementandolo con la tecnologia, per dare il giusto valore a una delle risorse economiche più importanti del nostro Paese: il cibo.
Food Tech Accelerator
È fresco di annuncio il Food Tech Accelerator, il primo programma mondiale lanciato da Just Eat. La società leader nel food delivery cerca 5 startup da sostenere con investimenti, consigli e indicazioni, per portare le nuove realtà sul mercato. La partecipazione è aperta a tutti coloro che ritengono di avere un valido progetto inerente il mondo del food integrato con il sociale e sostenuto dalla tecnologia. Se selezionate, le startup parteciperanno a un programma di 10 settimane fitto di eventi, presentazioni e formazione. Just Eat investirà in ognuna delle 5 startup, 20.000 sterline, acquistando una quota del 5% di ognuna delle società finanziate. Il termine per l’iscrizione è scaduto il 21 ottobre: non ci resta che attendere l’annuncio delle startup selezionate. Intanto l’impegno di Just Eat nel mondo delle startup continua, come dimostra la recente collaborazione con Starship Technologies, che ha permesso all’azienda di sviluppare consegne a domicilio gestite dai robot. Inoltre, sempre in Just Eat si sta costituendo un nuovo team Corporate Ventures che avrà uno scopo preciso: collaborare e investire con le aziende del futuro.
Future Food Accelerator
Si trova a Bologna e ha deciso di scommettere sul food: Future Food Accelerator è un acceleratore verticale dedicato alle startup che sviluppano prodotti, servizi e soluzioni legati al mondo del food. In un Paese come l’Italia, con il maggior numero di certificazioni alimentari, supportare startup con progetti distintivi e ad alto potenziale di crescita nel campo food è quasi un dovere. Ffa è un progetto cresciuto grazie all’impegno di You Can Group e Tree, aziende che da anni sostengono idee innovative, fanno impresa e sviluppano progetti finalizzati alla diffusione della cultura imprenditoriale. Le menti dietro il FFA sono: Andrea Magelli e Sara Roversi (founder di You Can Group e Future Food Institute), Antonio Perdichizzi (founder di Tree), Matteo Vignoli (direttore accademico del Food Innovation Program) e Alessandro Pirani (trustee del Future Food Institute).
Questo innovativo acceleratore nasce accanto al Future Food Institute (Ffi) e al Food Innovation Program (Fip). Il FFI è un trust fondato come spin off di You Can Group nel 2014 a Bologna. Trai primi progetti messi a punto c’è proprio il Food Innovation Program, un master di secondo livello in food innovation promosso insieme all’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia (UNIMORE) e Institute for the Future (IFTF) di Palo Alto.
Alimenta2Talent
Fra gli acceleratori food troviamo anche Alimenta2Talent, un progetto co-finanziato dal Comune di Milano. Dopo Expo 2015, il capoluogo lombardo è in prima linea nello sviluppo di progetti innovativi per il settore alimentare e per la lotta allo spreco di cibo. Con Alimenta2Talent, in collaborazione con la Fondazione Parco Tecnologico Padano (PTP Science Park), si lavora per costruire una nuova generazione di startup per l’economia circolare. Nell’ultima call dell’acceleratore i settori di interesse per le aziende interessate a crescere andavano da salute e qualità della vita, a design packaging, valorizzazione degli scarti e biomateriali, innovazione sociale per la sharing economy agroalimentare.
Open Agri
Sempre a Milano è partito un altro progetto, sempre ad impronta pubblica, ma che punta a creare una maggiore consapevolezza e cultura verso la necessità di vedere il cibo in modo nuovo. Si tratta del progetto Open Agri per cui il Comune di Milano ha ricevuto un finanziamento di circa sei milioni di euro dall’Unione Europea. Lo scopo è avvicinare i cittadini a nuovi concetti di produzione agricola, come l’agricoltura idroponica. Inoltre, tra le azioni di Open Agri c’è anche quella di offrire supporto alle startup che vogliono sperimentare nuove tecnologie.
Startupbootcamp
Infine, è doveroso citare il caso Startupbootcamp Foodtech, un aceeleratore che ha superato la fase di lancio, selezionando le prime 20 realtà che entreranno nel suo programma, a Roma. Il 21 novembre inizieranno tre mesi di formazione e sviluppo per i 10 progetti più meritevoli, tra gli oltre 3500 che hanno proposto la propria candidatura. Le 10 startup selezionate sono: Wallfarm, IQP, eVja, BiteBack Insect Oil, FruitsApp, Kiwi Campus, Milis Bio, Neofarms, Phytoponics, TrakBar, Wallfarm.
Cos’è un acceleratore
Con la parola acceleratore intendiamo un programma progettato per accelerare lo sviluppo di imprese attraverso una serie di risorse e servizi forniti a sostegno alle imprese. Si interviene sulla startup creata, magari già attiva sul mercato, e la si porta a un livello più alto. Di solito, il modello di sviluppo richiede un periodo che va tra i 6 e i 12 mesi. Ma, come abbiamo visto dagli esempi riportati, a volte si può trattare di esperienze più brevi e, non per questo, meno proficue. Il programma di accelerazione mira a risolvere tutte le difficoltà organizzative, operative e strategiche che si possono manifestare durante un primo periodo di attività di una startup. La consulenza ricevuta in questi programmi di accelerazione ha un carattere “olistico”, dato che usa diversi metodi di consulenza aziendale, adattandoli a piccole e medie realtà imprenditoriali. Lo scopo è sempre è solo uno: portare le startup meritevoli al successo.
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