Puliamo il Mondo 2016: italiani e migranti con la scopa in mano
Puliamo il Mondo 2016
C’è un Italia che ha ancora una gran voglia di fare, di rimboccarsi le maniche e sudare per migliorare il proprio territorio salvaguardando l’ambiente. Più di 600mila volontari, in 1.700 comuni e 4mila località diverse: questi sono i numeri dell’edizione 2016 di Puliamo il Mondo, la grande iniziativa di volontariato ambientale organizzata da Legambiente tra il 23 e il 25 settembre. Le parole d’ordine sono state ‘liberare le città dai rifiuti e il degrado e contribuire a spazi urbani più sostenibili, puliti e inclusivi‘.
Ripulire le città italiane
L’evento di punta dell’edizione 2016 si è svolto al Parco Valentino di Torino, ma il teatro di Puliamo il Mondo è stato l’intero territorio nazionale: i volontari si sono dati da fare da Milano a Roma, da Napoli a Cagliari, da Rimini a Potenza, solo per citare alcune delle città coinvolte. Strade, parchi, piazze e litorali sono stati ripuliti da rifiuti di ogni genere, dalle semplici cartacce agli oggetti di plastica, passando per i sempre presenti mozziconi di sigaretta. A rimboccarsi le maniche sono stati volontari provenienti dalle realtà più diverse: semplici cittadini ma anche associazioni, studenti, aziende, comunità straniere, ragazzi disabili e persino detenuti, come quelli del carcere milanese di Bollate. Grazie a tutte queste mani operose molti spazi urbani e aree verdi sono stati restituiti al loro vecchio splendore, con un insieme di azioni che ha travalicato il puro significato simbolico dell’iniziativa.
Contro le barriere fisiche ma anche culturali
L’edizione di quest’anno ha avuto qualcosa in più rispetto a quelle passate. Puliamo il Mondo 2016 è stata infatti dedicata all’integrazione e all’abbattimento delle barriere: il motto invitava a pulire tutti insieme «il mondo dai rifiuti, dall’indifferenza, e dalle barriere fisiche, culturali e mentali, per un’Italia davvero sostenibile, aperta al dialogo e alla partecipazione attiva». Per questo motivo nella campagna di quest’anno sono stati coinvolti anche detenuti, migranti, comunità straniere e ragazzi disabili, per dimostrare che il volontariato non conosce né confini né barriere, così come il rispetto per il territorio e l’ambiente.
Coinvolti anche i richiedenti asilo
A Milano sono stati ben 350 i richiedenti asilo dei diversi centri di accoglienza a venire coinvolti da Legambiente: come ha spiegato infatti Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia, «un mondo diverso è possibile solo se lo si costruisce insieme, senza muri di alcun tipo». Ed è così che i migranti si sono dati appuntamento di buon’ora con i volontari milanesi di Legambiente, per ripulire dai rifiuti i giardini che costeggiano il canale della Martesana, uno dei navigli di Milano. Del resto quelle aree verdi non sono sconosciute ai migranti: proprio lì trascorrono molto del loro tempo, aspettando notizie sul loro futuro dalle autorità italiane. Come ha sottolineato Franco Beccari, volontario di Legambiente, «quando abbiamo parlato loro dello spirito dell’iniziativa hanno aderito entusiasti».
La forza del volontariato ambientale
Legambiente non può che essere orgogliosa delle tantissime adesioni attirate anche quest’anno dell’iniziativa. Come ha dichiarato Rossella Muroni, presidente nazionale di Legambiente,
«Puliamo il Mondo trova nel volontariato ambientale e nella partecipazione attiva il suo grande punto di forza. Il volontariato è una importante leva di cambiamento, intreccia competenze, visioni, dà risposte sociali a istanze collettive, e soprattutto riesce a coinvolgere persone di ogni età, religione, paese e status sociale che vogliono ‘rimboccarsi’ le maniche e contribuire con azioni concrete alla tutela dell’ambiente e a un mondo più sostenibile e inclusivo».
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