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Benessere green

Vino libero, biologico, biodiamico e naturale: quali sono le differenze?

Vino e marketing scorretto

C’è il vino biologico, quello naturale, quello biodinamico, quello libero… Insomma, ci sono tantissime etichette o pseudo definizioni che spesso vanno a confondere i consumatori poco attenti. Quel che è certo è che negli ultimi anni c’è stata una forte tendenza a conciliare la produzione di vini con il rispetto dell’ambiente, con cantine e viticoltori di tutto il mondo che hanno concretamente fatto degli enormi passi in avanti nel settore del biologico. Ma purtroppo ci sono anche altri produttori che hanno cavalcato questa moda per biechi fini di marketing, andando ad etichettare i propri vini in modo quantomeno equivoco.

Obiettivo bio

Questo cattivo gioco di alcune società va tutto a danno dei consumatori, che tra le altre cose guardano sempre di più al vino biologico come la scelta giusta da fare: secondo una ricerca dell’Iri presentata a Vinitaly, infatti, nell’ultimo anno le vendite di vino bio sono aumentate del 23%. Ma come ci si può orientare tra gli scaffali dell’enoteca, se non si ha ben chiara la differenza tra un vino industriale vecchio stampo e un biodinamico?

Le differenze tra un’etichetta e l’altra

  • Vino libero: questa definizione, in realtà, non è tanto rivolta al vino in sé, quanto al produttore. Il termine è infatti stato introdotto da Oscar Farinetti, il fondatore di Eataly, per definire quei prodotti vinicoli disciplinati dagli stessi produttori che non desiderano seguire le regole europee per ottenere una certificazione. L’obiettivo, dunque, è quello di perseguire insieme sia la sostenibilità economica che ambientale in piena libertà.
  • Vino biologico: questo tipi di prodotto è stato regolamentato da una normativa europea nel 2012, dopo anni di confusione, incertezze e lamentele. Di fatto questa etichetta si riferisce alla riduzione degli interventi chimici sia in vigneto che in cantina. Oltre alla soppressione delle sostanze chimiche, si certificano anche la limitazione dei solfiti, la riduzione delle risorse idriche utilizzate e il divieto di utilizzo di organismi geneticamente modificati nel vigneto.
  • Vino biodinamico: la vera moda del momento. Oltre ad essere bio, i vini biodinamici sono prodotti seguendo le fasi lunari come espresso dagli insegnamenti di Rudolf Steiner. Questa categoria di vini però, non è ancora stata regolamentata dalle normative europee.
  • Vino naturale: è un vino prodotto attraverso le tecniche dell’agricoltura biologica, ma oltre a questo, non presenta sostanze aggiunte al mosto, come i correttori di acidità o l’anidride solforosa. Anche in questo caso, come per i biodinamici, non esistono ancora normative.

Aspettando delle normative

Il panorama, come si può vedere da quanto esposto qui sopra, è abbastanza variegato, e lascia spazio ad alcuni dubbi e scappatoie. La speranza è quella che le autorità di riferimento decidano di definire delle normative per ogni singola tipologia di lavorazione, ma non solo: l’ideale sarebbe infatti che anche i vini, così come gli alimenti, iniziassero obbligatoriamente a riportare sulle proprie etichette tutte le informazioni del caso. In questo modo si premierebbero davvero e senza nessun dubbio i produttori più capaci e soprattutto ‘leali’.