Record Portogallo: 4 giorni solo a energia rinnovabile
In Portogallo 107 ore solo a rinnovabili
Vivere esclusivamente grazie alle fonti rinnovabili sembra un traguardo meno illusorio. Ne hanno dato prova due paesi europei che a distanza di qualche giorno hanno raggiunto un traguardo storico sul fronte dell’energia pulita. Il primato va sicuramente al Portogallo che per poco più di quattro giorni, per la precisione dalle 6: 45 del 7 maggio alle 17: 45 dell’11 maggio, ha coperto interamente il consumo elettrico nazionale con energia solare, eolica ed idroelettrica. Per 107 ore di seguito il paese della Penisola Iberica ha funzionato, come confermano i dati diffusi dall’Associação Sistema Terrestre Sustentável redatti in collaborazione con l’associazione delle rinnovabili APREN, senza dover intervenire in alcun modo con impianti termoelettrici a carbone o a gas, assicurando la perfetta continuità del rifornimento elettrico.
Un risultato che è frutto di un lavoro concentrato sopratutto negli ultimi due anni. Nel 2015 l’eolico ha raggiunto la soglia del 22% (nel 2013 era a quota 7,5%) e le rinnovabili complessivamente hanno toccato quota 48%. Tutto ciò a dispetto di diversi tagli agli incentivi approvati dal Governo iberico nel 2012.
Anche la Germania solo a rinnovabili per due domeniche
Il traguardo portoghese ha offuscato quello tedesco, precedentemente annunciato, che resta ad ogni modo ragguardevole. La Germania per due domeniche consecutive – 8 e 15 Maggio – è riuscita a coprire, per poche decine di minuti nel primo caso e per un’ora intera nel secondo, quasi tutto il fabbisogno energetico nazionale con fonti rinnovabili. I dati diffusi dall’Agora Energiewende, istituto di ricerca berlinese, hanno rivelato che il picco del fotovoltaico e dell’eolico intorno alle 14 del 15 Maggio ha garantito 45,5 GW a fronte di una domanda di 45,8 GW. Se si considera che la copertura è stata temporanea e che si trattava di un giorno festivo, in cui fabbriche e uffici sono perlopiù chiusi, il risultato è più simbolico che concreto ma segna un percorso intrapreso e degli obiettivi che paiono raggiungibili.
E l’Italia?
In questa strada Portogallo e Germania non sono soli. Soltanto sul fronte dell’eolico la Danimarca attualmente soddisfa il 42% del bisogno energetico dal vento, la Spagna il 20% e il Regno Unito l’11%. E l’Italia?
Il nostro paese è andato tutto sommato bene finora ma negli ultimi tempi le cose sul fronte green sembrano essersi un po’ fermate. Invece di avanzare, l’Italia stagna. Manteniamo il primato per la produzione fotovoltaica ma, nei fatti, il sole copre solo l’8,1% del fabbisogno nazionale. In 10 anni sono stati fatti passi da gigante se consideriamo che nel 2005 le rinnovabili coprivano il 15% dei consumi elettrici e poco più del 5% di quelli complessivi e ora sono rispettivamente al 35,5% e 17%. Ma ad essersi ridotti sono gli investimenti, la produzione in alcuni settori come quello idroelettrico e le installazioni. Nel 2015, in controtendenza rispetto ai trend europei, sono diminuiti nettamente gli impianti fotovoltaici (dai 13.200 Mw del biennio 2011-2012 ai 930 Mw attuali), mentre l’eolico è sceso da una media di 770 Mw a 474 Mw.
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