Nel 2100 il livello degli oceani salirà di un metro
Il tempo si restringe
L’Antartico dell’Ovest, ovvero una spada di Damocle pendente da anni sui sonni degli scienziati climatici di tutto il mondo. Si tratta di un enorme lastrone di ghiaccio, grande più o meno quanto il Messico, che più degli altri sta soffrendo il cambiamento climatico. Questo si sa da molto tempo, e il mondo scientifico ha sempre affermato che le conseguenze del suo progressivo scioglimento si sarebbero fatte gravi nei prossimi secoli. Ma uno studio pubblicato pochi giorni fa su Nature dimostra il contrario: con il livello attuale di emissioni la liquefazione di questo blocco di ghiaccio avrà pericolose conseguenze già nei prossimi decenni, portando il livello degli oceani a salire di oltre un metro entro la fine di questo secolo.
Le stime ottimistiche dell’Ipcc
Insomma, gli scenari prospettati dall’Ipcc, il panel delle Nazioni Unite per il clima, era molto, troppo ottimistico: stando ai dati pubblicati su Nature, il rialzamento del livello dei mari nei prossimi anni sarà infatti doppio rispetto a quello ipotizzato dagli scienziati dell’Onu. E non è poca cosa, anche perché quello presentato dall’Ipcc era fino ad oggi considerato come lo scenario peggiore in cui il mondo poteva incappare a causa del riscaldamento globale. Con l’innalzamento dei mari prospettato da questo nuovo studio le città costiere del mondo devono realmente iniziare a tremare: New York, Miami, Londra, Venezia, Shanghai, Sidney, Hong Kong e molte altre città hanno ben poche probabilità di non subire drastici mutamenti nel futuro.
La memoria termica dell’oceano
Lo scioglimento del solo Antartico dunque può contribuire ad alzare di ben 15 metri il livello dei mari entro il 2500, un disastro di dimensioni apocalittiche, che può essere contenuto solamente attraverso un taglio netto delle emissioni di gas serra. Secondo gli esperti, nel caso peggiore, sarà il riscaldamento dell’aria, e non quello dell’oceano, a causare il massiccio scioglimento delle calotte polari. E se la frantumazione dei ghiacci sarà ingente, «la memoria termica dell’oceano inibirà il recupero della calotta di ghiaccio per migliaia di anni dopo che le emissioni saranno tagliate». Insomma: quello che stiamo facendo contro il cambiamento climatico è troppo poco, ma non solo. Anche quello che stiamo ‘pensando‘ di fare è troppo poco, proprio perché le stime sulle quali le autorità internazionali si sono basate fino ad oggi, per quanto disastrose, non erano reali.
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