Dormi 6 ore a notte? Alla lunga, è come se non dormissi affatto
Notti sempre più corte
Buone notizie per i dormiglioni, cattive per chi invece notte dopo notte ruba al sonno ore preziose. Si sa, la giornata non è mai lunga abbastanza: il lavoro e lo studio spesso richiedono ben più delle canoniche 8 ore quotidiane, e se a questo si sommano impegni sociali e passatempi vari, il tempo da dedicare ad un buon sonno diventa sempre minore. Per aumentare la produttività, dunque, alcuni di noi scelgono di ridurre il tempo passato tra le soffici lenzuola del nostro letto: ma questo comportamento ci aiuta veramente a produrre di più? Secondo uno studio americano, pubblicato sulla rivista Sleep e condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università di Medicina della Pennsylviana, decisamente no: ridurre il sonno, anche di poche ore, diminuisce drasticamente le nostre performance cognitive.
Privazione del sonno e sintomi
Le cavie umane che hanno preso parte a questo studio sulla privazione del sonno sono state in tutto 48. I ricercatori hanno diviso il panel in 4 gruppi. Il primo gruppo, il più sfortunato, è stato obbligato a rimanere completamente sveglio per tre giorni di fila. Per gli altri, d’altro canto, l’esperimento è durato più a lungo: per due settimane un gruppo ha dormito 8 ore per notte, un altro 6 ore e l’ultimo 4 ore, in una vera e propria maratona di privazione del sonno. Nelle ore di veglia, tutti i partecipanti sono stati ciclicamente sottoposti a test redatti per appurare le loro performance cognitive e i loro tempi di reazione, e soprattutto il loro mutare nel tempo. Oltre a questi test, i partecipanti hanno dovuto riportare ai ricercatori ogni singolo cambiamento di umore o nuovo sintomo di stanchezza, così da capire quanto essi si sentissero ‘assonnati’.
Sonnolenza e negazione
Ovviamente le cavie del gruppo destinato a dormire 8 ore ogni notte non hanno avuto alcun problema, e i risultati dei loro test cognitivi sono stati costantemente i più alti. Le performance dei soggetti ai quali era permesso dormire solamente 4 ore, invece, sono calate giorno dopo giorno. Il gruppo di mezzo, il quale poteva dormire per 6 ore ogni notte, non ha mostrato alcun segno di cedimento. Tutto questo, però, fino a circa il decimo giorno dall’inizio dell’esperimento: da qui in poi, i ricercatori hanno registrato un vero e proprio crollo in questo particolare gruppo. Negli ultimi giorni, infatti, le loro performance cognitive si sono attestate del tutto simili a quelle dimostrate dal gruppo al quale il sonno era stato tolto completamente. Ma il fenomeno più sorprendente è che, nonostante l’evidente calo della propria reattività, i soggetti che potevano dormire solamente 6 ore a notte hanno continuato fino alla fine ad affermare di non sentirsi molto stanchi e assonnati, a differenza di quanto dichiarato dal gruppo relegato alle 4 ore di sonno. Questi risultati, insomma, sembrano confermare il fatto che un sonno insufficiente possa alla lunga incidere sulla nostra reattività cognitiva, portando però anche ad una negazione (più o meno intenzionale) della propria situazione fisico-mentale.
Ti è piaciuto l'articolo?
Condividilo