Virus Zika: da dove viene, cos’è, quali sono i sintomi
Emergenza globale
Pochi giorni fa l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato pubblicamente che la diffusione del virus Zika che si sta verificando nelle Americhe è da considerarsi come un’emergenza globale. Per fare un paragone, basti pensare che negli ultimi anni l’OMS ha parlato di emergenza sanitaria pubblica di rilievo internazionale per l’influenza suina nel 2009, per la poliomielite nel 2014 e per l’ebola nello stesso anno. Insomma, con questo messaggio di urgenza l’organizzazione mondiale intende avvisare tutti gli Stati del mondo dell’esistenza di una malattia che si diffonde rapidamente e che potrebbe portare a conseguenze piuttosto gravi. L’invito, rivolto a tutte le autorità competenti del pianeta, è dunque quello di collaborare affinché il numero dei contagi sia mantenuto sotto attento controllo.
Che cos’è il virus Zika
Il virus Zika, di cui abbiamo imparato a sentir parlare in questo ultimo periodo, fa parte della stessa famiglia del virus della febbre gialla, alla quale, come vedremo poi, è stato associato per alcuni tempi. Esso infetta l’organismo umano legandosi alla membrane cellulari, nelle quali inserisce il suo RNA così da replicarsi il più rapidamente possibile. Da qui il nostro corpo inizia a reagire: i sintomi sono febbre non troppo alta, eruzioni cutanee, dolori muscolari ed emicranie. Va però detto che non tutti quelli che vengono colpiti dal virus Zika presentano gli stessi sintomi, e anzi, alcuni soggetti non presentano nessun dolore. Del resto, come si può capire, i sintomi qui elencati non sono particolarmente gravi, e scompaiono nel giro di pochi giorni. Tutto questo avviene senza l’esistenza di una cura vera e propria: è infatti il nostro stesso organismo a reagire e quindi a fermare il virus, attivando il sistema immunitario. Per alleviare i sintomi, poi, possono essere presi in considerazione dei semplici analgesici. Di virus Zika, per quanto ne sappiamo adesso, non si muore.
Come si trasmette il virus Zika
Per il virus Zika, al giorno d’oggi, non esiste nessun tipo di vaccino. La trasmissione avviene attraverso delle zanzare del genere Aedes, le quali sono i principali vettori di tante altre malattie, come la dengue. Il meccanismo è piuttosto semplice, e quindi difficile da arginare: una zanzara punge una persona infetta, per poi pungerne un’altra, alla quale inietta il virus Zika. A partire dalla puntura della zanzara infetta, il periodo di incubazione può variare dai 3 ai 12 giorni, lasso di tempo dopo il quale si manifestano i primi sintomi.
Perché se ne parla adesso?
Lo Zika non è stato scoperto ieri. Fu infatti isolato per la prima volta nel 1947, in Africa, e cinque anni dopo si comprese che esso costituiva un altro ceppo rispetto alla febbre gialla. Nessuna emergenza ne nacque, poiché i casi di Zika furono rarissimi. È invece dal 2007 che la comunità medico-scientifica ha iniziato ad interessarsi seriamente al virus, quando la malattia cominciò flebilmente a diffondersi in Micronesia e in Polinesia. Niente di particolarmente di grave, insomma, fino alla primavera dello scorso anno, quando è iniziata un’epidemia di Zika in Brasile. Ed è proprio qui, in Brasile, che l’OMS stima il più alto numero di contagi, i quali, in un solo anno, si aggirerebbero tra i 500 mila e gli 1,5 milioni.
Virus Zika e microcefalia
Ma il vero nocciolo della questione non è tanto il virus in sé, quanto una sua possibile conseguenza. Seppure per il momento non ci siano delle prove scientifiche vere e proprie, si è sempre più convinti che lo Zika sia la causa dell’aumento esponenziale dei casi di microcefalia: se negli anni passati in Brasile si contavano poche centinaia di nascituri affetti da microcefalia, nell’ultimo anno questo numero è balzato a 3.500 segnalazioni. Ma in cosa consiste la microcefalia? Questa è una malformazione del cranio dei nascituri, la quale comporta un deficit di crescita che va a colpire anche il cervello. Di questa malattia esistono moltissimi gradi, fino a quello letale: in alcuni drammatici casi, infatti, il cervello del neonato risulta essere troppo poco sviluppato anche per le più semplici funzioni vitali. E se si è sempre sostenuto che le cause della microcefalia siano da ricercare in condizioni congenite, negli ultimi anni si è capito che alcuni agenti esterni come la tossicodipendenza della madre o l’infezione di particolari virus possano condizionare lo sviluppo di questa grave patologia. Ed è proprio qui che si inserisce il virus Zika, che sempre più viene additato come il principale responsabile dell’aumento di casi di microcefalia in Brasile e non solo. Pertanto, l’OMS consiglia a tutte le donne in stato di gravidanza di evitare viaggi nei paesi in cui attualmente il virus risulta più diffuso, ovvero nel Sud e nel Centro America.
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