Favismo: cos’è, come si trasmette, cosa non bisogna mangiare
La malattia delle fave
Non molto tempo fa abbiamo parlato dei molti benefici delle fave per la nostra salute. Ci sono però persone che non possono trarre alcun vantaggio da questo ortaggi, anzi: per loro, mangiare fave significa andare incontro ad una pericolosa crisi emolitica. Stiamo parlando delle persone affette da favismo, quella che in antichità veniva denominata ‘malattia delle fave’, da non confondere in alcun modo con la più semplice allergia alle fave, che colpisce circa il 3% della popolazione italiana. Il favismo è diffuso in modo non uniforme fra la popolazione mondiale: popolazioni africane come i bantu ne sono colpite circa al 20%, come anche certe popolazioni dell’Asia meridionale. Nella zona mediterranea, invece, le popolazioni più colpite sono quelle greche e sarde, dove il favismo arriva ad interessare in certi casi anche il 30% della popolazione.
Che cos’è il favismo
Quando si parla di favismo si indica un difetto congenito di un enzima che, nei soggetti sani, è regolarmente presente nei globuli rossi. Tale enzima è la glucosio-6-fosfato-deidrogenasi, ed è fondamentale per la vitalità degli eritrociti. I soggetti affetti da favismo, se ingeriscono fave, piselli, o altri alimenti e farmaci a rischio, vanno incontro ad un’improvvisa distruzione dei globuli rossi, processo che prende il nome di emolisi.
Come si trasmette il favismo
Questo difetto enzimatico si trasmette ereditariamente attraverso il cromosoma X: colpisce dunque in forma molto pericolosa i maschi, mentre le femmine, in quanto portatrici sane, possono ammalarsi in forme più lievi. Nonostante ciò, ovviamente, anche le donne possono trasmettere questo difetto enzimatico ai propri figli.
Sintomi e intervento in caso di malore
Dopo aver ingerito fave o piselli, i soggetti affetti da favismo non mostrano sintomi se non dopo 12 ore: nell’arco delle 24 ore, però, si può arrivare alla distruzione di circa la metà dei globuli rossi. I sintomi sono ben riconoscibili: chi è colpito da favismo assume un colorito giallognolo, le urine diventano ipercolorate, la temperatura del corpo si alza, il respiro diviene affannoso, le forze vengono a mancare, e il battito cardiaco si fa più rapido e debole. Come spiega l’Associazione Italiana Favismo, «l’unica terapia del favismo in crisi emolitica è una immediata trasfusione di sangue».
Alimenti da evitare
Il nemico numero uno di chi soffre di favismo sono, ovviamente, le fave. Ma ci sono anche altri cibi che vengono mal tollerati, insieme ad alcuni farmaci. Ecco quindi una lista di alimenti da evitare:
- Fave
- Piselli
- Verbena Hybrida
- Lupini
- Arachidi
- Farmaci contenenti salicilici, sulfamidici, menadione e chinidina
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