La bufala della dieta vegetariana nemica dell’ambiente
Vegetariani vs carnivori
Per scatenare una nuova battaglia a suon di forchetta tra vegetariani e onnivori basta veramente un nonnulla. E lo sanno quelli dei media, che non perdono occasione per sparare titoli roboanti, parziali o spesso totalmente erronei intorno a delle ‘vittorie’ di una o dell’altra fazione. È di alcuni giorni fa l’eclatante notizia secondo la quale uno studio americano avrebbe dimostrato che «la dieta vegetariana è nemica dell’ambiente». Se qualcuno di noi vuole provare a vedere quanti dei nostri quotidiani nazionali si sono divertiti a prendere in giro i propri lettori con dei titoli simili, è sufficiente fare una brevissima ricerca su un qualsiasi motore di ricerca, per scoprire che nessuno dei cronisti in questione si è preso la briga di leggere per lo meno in parte lo studio citato.
Lo studio
Tutti reputano la dieta vegetariana come etica e amica della natura. Chissà quanto scalpore deve fare un titolo che dice esattamente il contrario? Questo hanno pensato alcuni media citando i risultati di uno studio condotto presso la Carnegie Mellon University of Pittsburgh, pubblicato dalla rivista Environment Systems and Decision. Il titolo dello studio, in italiano, risulta così: Utilizzo di energia, impronta idrica ed emissioni di gas serra negli attuali modelli di consumo alimentare e nelle raccomandazioni dietetiche negli Stati Uniti. Nessuna menzione alle diete vegetariane in quanto tali, insomma. Di certo, nello studio viene affermato che le produzioni di ortaggi come le melanzane, i cetrioli, la lattuga e il sedano, e di frutti come il mango e le ciliege consumano più acqua di quanto consuma la produzione della carne di maiale. Già qui si capisce dunque che, per affermare che ‘le diete vegetariane hanno un impatto ambientale peggiore di quelle carnivore’, si dovrebbe dare per inteso che i vegetariani mangino solo sedano e ciliege mentre i carnivori si nutrano puramente di maiale.
Tre diete nello studio, ma nessuna dieta vegetariana
Visto il clamore suscitato dalle notizie tendenziose, gli stessi autori dello studio hanno voluto specificare che non si può in alcun modo generalizzare. Uno dei ricercatori in questione, Paul Fischbeck, ha infatti dichiarato che «non puoi accomunare tutti i vegetali insieme e dire che sono buoni, o accomunare tutte le carni e dire che sono cattive», e questo discorso vale in entrambi i sensi. Nel dettaglio, poi, bisogna precisare che lo studio ha preso in esame tre tipi di dieta: una ad apporto calorico ridotto, una con le raccomandazioni del Dipartimento di Agricoltura degli Usa e una ipocalorica. Le tre diete sono state così confrontate rapportando tra loro il consumo di energia e di acqua più le emissioni di gas serra. Di fatto, però, nessuna delle tre diete era vegetariana, e questo toglie qualsiasi barlume di serietà ai titoli sensazionalistici dei giorni scorsi. Quello che si poteva dire a proposito di questo studio, infatti, era molto meno semplice e drastico: alcuni tipi di vegetali (come quelli citati) hanno un impatto ambientale superiore a quello di alcuni tipi di carne, mentre altri vegetali, come la soia, i fagioli, i cereali, le patate, i cavoli, eccetera, eccetera, hanno un impatto ambientale inferiore a quello della carne di maiale. Ma l’effetto mediatico, si sa, non sarebbe stato il medesimo.
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