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Italia: il 55% dell’umido viene raccolto

Ottimi dati nella raccolta dell’umido

Il Consorzio Italiano Compostatori (CIC) ha elaborato i dati dell’ultimo rapporto sui rifiuti dell’Ispra, registrando un dato incoraggiante per la raccolto dell’umido in Italia, ovvero il raggiungimento del traguardo del 55% (5,7 milioni di tonnellate) contro il 45,2% a cui arrivata la differenziata nel suo complesso. L’80% dei rifiuti organici oggi viene trasformato in compost, infatti nel Belpaese si contano 240 impianti di compostaggio e 43 di digestione anaerobica da cui si ottengono 1.326.000 tonnellate all’anno di compost. Alla produzione di biogas vanno appena 450mila tonnellate, meno di un decimo, ma se da qui al 2020 si arrivasse a raccogliere il 72,5% dei rifiuti bio prodotti dalle famiglie italiane, sarebbe possibile sviluppare una filiera di produzione del biometano. Il raggiungimento di questo traguardo non solo consentirebbe di produrre energia pulita e l’indipendenza da fonti fossili riducendo anche sprechi e rifiuti, ma avrebbe ricadute occupazionali ed economiche, valutabili in oltre 1,3 miliardi di euro.

Ancora tanta strada da fare

Massimo Centemero del CIC ha rilevato: «Nell’ipotesi di un target europeo di un dimezzamento delle emissioni al 2030 si tradurrebbe per l’Italia in una riduzione di 100 Megatonnellate di CO2 in sedici anni a un ritmo di circa 6 Megatonnellate in meno ogni anno. Il contributo della raccolta e del trattamento dell’organico è quindi molto significativo (18%) in termini di emissioni evitate». Alessandro Marangoni, Ad di Althesys, però avverte: «Ci sono possibilità di una crescita importante del settore, ma si registra un preoccupante ritardo nell’elaborazione di norme e politiche. L’Unione Europea ripresenterà la direttiva sull’economia circolare solo alla fine del 2015, dopo un ripensamento durato un anno. Mentre a livello italiano la normativa rimane troppo complessa e frammentata: è arrivato il momento di istituire un’Autorità indipendente anche per i rifiuti». I cittadini virtuosi inoltre, che riciclano di più, potrebbero pagare meno, cosa che in Italia ancora non succede. Ciò sarebbe importante anche per incentivare la raccolta differenziata ancora in ritardo e ferma a 20 punti percentuali sotto l’obiettivo di legge.