Cos’è il solstizio d’inverno?
Qualche informazione astronomica
“Solstizio” deriva dalle parole latine “sol”, cioè “sole”, e “sistere” ossia “fermarsi”. Dunque il solstizio indica il momento in cui il sole si arresta nel suo punto più alto.
L’inizio di tutte le quattro stagioni è scandito da un evento astronomico ben preciso: due equinozi e due solstizi. Autunno e primavera iniziano nel giorno dell’equinozio, ovvero quando notte e giorno hanno la stessa lunghezza, mentre estate e inverno iniziano nel giorno del solstizio, nel quale le ore di luce sono al loro massimo o al loro minimo.
L’equinozio corrisponde invece al momento in cui il piano dell’equatore celeste che corrisponde alla proiezione dell’equatore sulla sfera celeste, e quello dell’eclittica, cioè il percorso apparente del sole nel cielo, si intersecano.
Al solstizio invece queste due proiezioni sono alla loro massima distanza, mentre il sole a mezzogiorno è alla maggiore o minore altezza rispetto all’orizzonte.
Ricordiamo invece che nell’emisfero australe le stagioni sono invertite e con il nostro solstizio d’inverno comincia invece l’estate.
Tutti festeggiano il solstizio d’inverno
Vista l’importanza astronomica del solstizio d’inverno, non è un caso che moltissimi popoli in diverse epoche storiche abbiano celebrato questo periodo dell’anno.
In Egitto, ad esempio, si festeggiava la nascita del dio Horus, che veniva rappresentato in braccio alla madre Iside, mentre nel 3000 a.C. circa, era venerato il dio Sole babilonese Shamash. Successivamente in Babilonia nacque il culto della dea Ishtar e di suo figlio Tammuz. Quest’ultimo, anch’esso ritratto in braccio dalla madre, aveva un’aureola con 12 stelle. È interessante notare che anche in questo culto il dio muore per risorgere dopo tre giorni.
Nell’antica Grecia durante il solstizio d’inverno si svolgeva una festa in onore di Dioniso, nel Messico pre-colombiano nascevano il dio Quetzalcoatl e l’azteco Huitzilopochtli, in Cina c’era invece Scing-Shin, mentre in Persia si celebrava il dio guerriero Mithra, anch’esso partorito da una vergine e soprannominato “il Salvatore”. Non c’è da stupirsi quindi che i cristiani indichino la nascita di Gesù proprio il 25 di dicembre.
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