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Cambiamento climatico

La Conferenza sul Clima di Parigi, dopo gli attacchi terroristici

La conferenza sul clima è compromessa?

Gli attacchi terroristici a Parigi hanno scioccato il mondo, creando sgomento e nuove paure. Ma in quella stessa Parigi, ancora scossa a fondo, tra pochi giorni si aprirà la 21° Conferenza sul Clima, un evento pieno di speranze che sarebbe dovuto svolgersi nel segno della pace e della convivenza civile. Alla Cop21, dove si riuniranno delegazioni governative, associazioni ambientaliste e studiosi, si dovrebbe infatti pensare unicamente al bene del nostro Pianeta, che si può salvare unicamente attraverso l’unione di tutti i popoli che su di esso abitano. Ma alla luce di quanto successo nella capitale francese, è ancora possibile pensare alla riuscita di questa importantissima conferenza? Gli argomenti che verranno discussi a Parigi, infatti, hanno creato sempre grande subbuglio, rallentando ogni qualvolta il processo dei Paesi Onu verso un modo di vivere più ecosostenibile. Sorge quindi spontanea la paura che in un tale clima di sgomento e terrore anche questa conferenza debba rivelarsi un flop, come accadde a Copenaghen nel 2009.

Non piegarsi al terrorismo

Per adesso sappiamo solamente che, nonostante tutto, la conferenza avrà luogo. Come ha infatti dichiarato il premier francese Manuel Valls, «nessun capo di Stato e nessun capo di governo ha chiesto un rinvio». Ovviamente, durante i lavori del summit, le misure di sicurezza saranno aumentate al massimo. Proprio per motivi di sicurezza nazionale, tutte le manifestazioni ed i concerti che avrebbero dovuto accompagnare i lavori degli esperti a partire dal 29 novembre sono stati annullati: Valls ha infatti precisato che «non dovrà essere fatto nulla che possa essere fonte di pericolo, compresi i movimenti di folla come le manifestazioni. Quello che dobbiamo organizzare è un grande vertice sul clima e le forze di sicurezza devono potersi concentrare sull’essenziale». Insomma, la volontà è quella di andare avanti, seppur con grandi cautele, anche perché annullare il summit significherebbe piegarsi al terrorismo.

Speranze, ma anche scettismo

La partita dunque, rimane aperta, nonostante gli attacchi terroristici. Ma di ostacoli per il buon fine della conferenza parigina ce ne sono anche molti altri, del tutto interni al summit: come ha infatti dichiarato Domenico Gaudioso, capo del Servizio Clima e Atmosfera dell’Ispra, «gli impegni finora promessi da 158 Stati mondiali in vista della Conferenza sul Clima di Parigi COP21, anche presi tutti assieme, non saranno sufficienti a garantire il rispetto del limite dei 2°C di riscaldamento globale». L’obiettivo principale dell’evento mondiale sarebbe dunque già dato per impossibile da raggiungere. Staremo a vedere.