8 piante selvatiche commestibili da conoscere
Alimurgia: cibarsi di piante selvatiche commestibili
La Natura è fonte di vita. Ma segue le sue regole. Che, a volte, fatichiamo a capire. Pochi conoscono le proprietà di alcune piante selvatiche commestibili che crescono nei prati e nei boschi. Le erbe spontanee spesso vengono considerate inutili e strappate o diserbate. Queste piante sono, in realtà, un dono di Madre Natura per la nostra alimentazione.
L’alimurgìa (dal Latino alimenta e urgentia) è la scienza che riconosce l’utilità di cibarsi di alcune erbe spontanee, soprattutto in occasione di carestie o per motivi salutistici. Con la modernità non siamo più abituati a raccoglierle per sopravvivere. Ma andare nei prati o nei boschi può riavvicinarci alla natura e farci apprezzare i suoi piccoli doni.
Piante selvatiche commestibili, il quaderno del Parco Naturale Regionale Oglio Nord
Il Parco Naturale Regionale Oglio Nord è un parco fluviale in Lombardia, lungo il fiume Oglio. Ha una superficie di 14.170 ettari e comprende 34 comuni nelle province di Bergamo, Brescia e Cremona. Oltre alla ricerca e alla protezione del territorio, il parco promuove l’educazione ambientale e stampa pubblicazioni per la didattica e il turismo. Tra queste ci sono i Quaderni del parco, una collana di volumi per scoprire la flora e la fauna del parco, a cura di Gabriele Gorno, Giuseppe Paletti ed Eugenio Zanotti. Le piante selvatiche commestibili (volume 9) è un interessante testo sulle erbe selvatiche con note sulle proprietà medicali e ricette di cucina. L’opuscolo si può scaricare in pdf.
Consigli sulle erbe spontanee
Vi presentiamo 8 piante selvatiche commestibili che potete raccogliere e usare in cucina. Prima però vi diamo alcuni consigli: bisogna saper distinguere con certezza un esemplare da un altro prima di raccoglierlo ed è bene imparare a riconoscere prima le erbe selvatiche velenose. Molte piante, a prima vista innocue, possono far male a seconda delle circostanze e della quantità che si ingerisce. Vi raccomandiamo di non raccogliere piante spontanee protette e di informarvi delle specie con limiti di raccolta. Seguite le regole per la raccolta delle piante e adeguatevi alle leggi del luogo.
8 piante selvatiche commestibili da scoprire
Ecco un elenco delle 8 erbe commestibili da conoscere:
- Cicoria/radicchio selvatico: sapevate che le radici di cicoria, tostate, vengono usate per fare il caffè? Un caffè senza caffeina, adatto a tutti e amato da Totò. Le foglie fresche, invece, possono essere usate per insalate e torte salate. La cicoria è un ottimo nutrimento anche per gli animali da cortile. È una pianta erbacea perenne e si trova in tutta Italia.
- Menta a foglie rotonde: conosciuta anche come mentastro, ha proprietà rinfrescanti e stimolanti. Le foglie tenere si usano per aromatizzare aperitivi, succhi di frutta, macedonie e gelati. Si può usare anche per preparare ripieni per carni e verdure. Si trova in tutta Italia ma è meno comune al nord.
- Tarassaco / dente di leone / soffione / insalata matta: diffusa in tutta Italia, le radici vengono usate in erboristeria o come surrogato del caffè, le foglie giovani come verdura fresca (insalata) o cotta (risotto) ed i boccioli floreali chiusi si possono conservare sotto sale o aceto.
- Ortica: comunissima in tutta Italia, è urticante ma anche un’ottima verdura: le foglie servono per preparare risotti, minestre, frittate, tortelli, torte salate e ripieni, il fusto sotterraneo si usa per i decotti. La tintura di seta e lana si fa con l’ortica. In campagna si dava da mangiare alle galline per migliorare la produzione e il colore delle uova e ai cavalli per rendere il pelo lucido e forte.
- Timo selvatico: comune in tutta la penisola e in Sicilia, la sua essenza è usata per farmaci, liquori, vini, formaggi e nella conservazione oltre che nella cosmetica e in erboristeria. L’infuso ha effetto calmante e ristoratore. Con la salvia può diventare un dentifricio. In cucina si usano le foglie fresche (insalate, marinate, ripieni, piatti di formaggio e verdure cotte) o essiccate (con pesce, funghi, carni e salse).
- Viola mammola: questo fiore primaverile, diffuso in tutta Italia, produce l’essenza di “violetta di Parma”. Era il fiore preferito di Maria Luigia d’Austria, moglie di Napoleone e duchessa di Parma. I fiori freschi possono completare insalate, sciroppi, gelati e marmellate oppure si possono mangiare canditi.
- Nocciolo: sapevate che le bacchette di maghi e streghe sono di nocciolo? L’albero di nocciolo ha un legno semiduro, durevole e pieghevole usato per piccoli lavori di intaglio e tornitura. È un ottimo legno da ardere e si adopera per produrre bastoni da passeggio, cerchi da botte, nasse da pesca e trappole per la caccia. Le nocciole, raccolte in estate, si possono gustare naturali o tostate e caramellate.
- Sambuco: il sambuco nero o comune è un arbusto che produce un fiore “a ombrello” e un frutto a bacca nera-violacea. È frequente in tutta Italia e si usa il legno per fare pettini e giocattoli. In fitoterapia si adoperano la corteccia, le foglie e i fiori. I fiori invece si usano nelle frittelle dolci, frittate, bevande rinfrescanti e per aromatizzare bevande e liquori. Coi frutti maturi si producono marmellate.
Ci sono altre piante selvatiche commestibili in natura. Abbiamo scelto queste perché sono le più comuni e curiose. Mangiare erbe spontanee o utilizzarle per insaporire i nostri piatti è una pratica popolare antica. Si chiama anche foraging, dall’inglese forage che significa andare in cerca di foraggio, rovistare.
La natura regala meraviglia
Per scoprire la natura non occorre andare lontano, basta solo osservare ciò che ci circonda. La sostenibilità alimentare è un problema attuale: sono molti i progetti di innovazione agricola per affrontare la crisi alimentare globale in modo sostenibile. In Cile hanno creato orti nel deserto con acqua di mare e sole. La soluzione ce la regala la Natura, basta saperla ascoltare. “In tutte le realtà naturali v’è qualcosa di meraviglioso”, diceva Aristotele.
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