Entro il 2050 la produzione di caffè sarà dimezzata
Brutti tempi per gli amanti del caffè
Siete dei caffè dipendenti? Non potete fare a meno di gustarvi una fumante tazza di caffè appena alzati, per non parlare di quelle durante le pause in ufficio? Ebbene, forse vi aspettano dei tempi duri. Non subito, certo: ma nei prossimi decenni il prezzo del caffè aumenterà di molto, e nello stesso lasso di tempo la qualità dei chicchi potrebbe calare inesorabilmente. Meno aroma, meno gusto, ma più soldi spesi. E tutto questo per colpa, ancora una volta, del cambiamento climatico.
Minacciati i coltivatori di tutto il mondo
Secondo il rapporto ‘A Brewing Storm‘ del Climate Institute di Sidney, infatti, le aree adatte alla coltivazione di caffè potrebbero dimezzarsi prima del 2050, proprio a causa del surriscaldamento del pianeta. E se poco sopra abbiamo scherzato, qui è doveroso prendere la faccenda più seriamente, poiché a subirne i danni non saranno solo i consumatori, anzi: sono infatti più di 120 milioni le persone che vivono grazie alle coltivazioni di caffè, unico mezzo di sostentamento per larghissime comunità tra le più povere del mondo. Come affermano infatti i ricercatori australiani, «l’aumento delle temperature e gli eventi meteorologici estremi taglieranno le aree adatte alla produzione fino al 50%».
Un’industria da 19 miliardi di dollari
L’aumentare progressivo delle temperature e il mutamento del modelli climatici si sono già fatti sentire pesantemente in molti paesi produttori di caffè come Messico, Nicaragua e Guatemala, i quali si sono ritrovati a fare i conti con malattie e parassiti del tutto nuovi, con evidenti ricadute negative sulla quantità e la qualità della produzione. Un vero e proprio dramma imminente, poiché dietro agli amati chicchi di caffè c’è un’enorme industria globale di circa 19 miliardi di dollari: sono infatti circa 2,25 miliardi le tazzine di caffè che vengono bevute ogni giorno nel mondo, con una produzione che a partire dagli anni Sessanta è triplicata. Nonostante ciò, bisogna sottolineare che quasi il 90% dei produttori di caffè è costituito da piccoli proprietari, i quali potrebbero vedere crollare il proprio mondo insieme al diminuire dei propri raccolti. Parliamo dunque di piccoli coltivatori sparsi tra Colombia, Brasile, Guatemala, Vietnam, Indonesia ed Etiopia, minacciati più degli altri dal cambiamento climatico.
Agire contro il cambiamento climatico
Come spesso accade in questi casi, la situazione, senza delle azioni significative contro il cambiamento climatico, non può che peggiorare ulteriormente. Si prevede infatti che gli agricoltori, vista la scarsa resa delle coltivazioni di caffè, si ritroveranno costretti a coltivare suoli che ad oggi sono riservati alla conservazione della natura, il che ovviamente non farebbe che buttare altra paglia al fuoco del cambiamento climatico. Del resto, però, la minaccia preventivata dal report è concreta: come ha spiegato John Connor, a capo del Climate Institute, «entro il 2080 il caffè selvatico, importante risorsa per gli agricoltori, potrebbe sparire».
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