+1,5 gradi: secondo il WMO c’è il 50% di probabilità, entro il 2026
Sappiamo molto bene quanto sia difficile effettuare delle previsioni meteorologiche affidabili su più giorni. Attualmente, con le tecnologie e le conoscenze a loro disposizione, i meteorologi riescono a predire in modo abbastanza sicuro e piuttosto dettagliato quella che sarà la situazione meteorologica del giorno seguente, e di qualche giorno successivo, azzardando in certi casi anche delle stime sui 5, sui 7 e perfino sui 10 giorni. L’affidabilità di queste previsioni, però, si riduce con l’aumentare dell’anticipo. Qui non si parla però di semplici previsioni meteorologiche: in questo caso si parla di “previsioni” climatiche, e quindi di studi volti a capire quale sarà la condizione climatica dei prossimi anni. E, visto il continuo peggiorare dei cambiamenti climatici, questi lavori scientifici assumono sempre più una maggiore importanza. Stando al nuovo aggiornamento climatico pubblicato in questi giorni dall’Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo – World Meteorological Organization) c’è il 50% di probabilità che la temperatura media globale raggiunga +1,5 gradi centigradi al di sopra della media del livello preindustriale già entro il 2026.
Lo studio del Wmo
Il Wmo è un’agenzia delle Nazioni Unite, dedicata allo studio a livello globale delle condizioni dell’atmosfera terrestre. Lo studio più recente, pubblicato il 9 maggio, porta informazioni decisamente negative per la battaglia contro i cambiamenti climatici. Stando ai dati raccolti e alle conseguenti stime, c’è il 93% di probabilità che almeno uno degli anni compresi tra il 2022 e il 2026 strappi il record al 2016 come anno più caldo tra quelli registrati. Ma il dato più sconcertante è quello che afferma che c’è il 50% di probabilità che entro il 2026 si superi la soglia – non solo psicologica – dell’aumento delle temperature medie globali di 1,5° gradi rispetto all’epoca preindustriale. La probabilità di questo sorpasso sono aumentate continuamente negli ultimi anni, a partire dal 2015, quando erano prossime allo zero; per gli anni tra il 2017 e il 2021 la probabilità era posta al 10%, mentre adesso si parla di un fenomeno pericolosamente probabile.
Il superamento del limite di +1,5 gradi
Come ha spiegato il segretario generale del Wmo Petteri Taalas, «lo studio dimostra che ci stiamo avvicinando a raggiungere temporaneamente quello che è stato posto come il più basso limite posto dagli Accordi di Parigi sul clima. Il limite di 1,5° gradi non è un numero casuale. Si tratta piuttosto di un indicatore del punto a partire dal quale gli impatti climatici potranno diventare sempre più pericolosi per le persone e per l’intero pianeta». Avevamo già parlato in passato del perché era stato scelto il limite di 1,5 gradi: agli Accordi di Parigi della COP21 si era deciso di impegnarsi a mantenersi abbondantemente al di sotto dell’aumento di 2 gradi centigradi rispetto alle temperature dell’epoca preindustriale, con gli esperti climatici a sottolineare che la soglia da non oltrepassare è esattamente quella di 1,5 gradi. È questo, del resto, il limite di riferimento che è stato tenuto anche durante la COP26 in Scozia.
Non ci sono dubbi: i lavori scientifici effettuati negli ultimi anni dimostrano che, fino a quando continueremo a emettere gas serra, le temperature continueranno a salire. Parallelamente gli oceani diventeranno più caldi e più acidi, i ghiacciai continueranno a sciogliersi, il livello dei mari crescerà, e gli eventi meteorologici estremi diventeranno più frequenti e più gravi.
Come ha spiegato il primo autore dello studio in oggetto, Leon Hearmanson, «un solo anno di superamento della soglia di 1,5° gradi non vuol dire che abbiamo oltrepassato la soglia iconica stabilita a Parigi, ma rivela che ci stiamo avvicinando sempre più a una situazione i +1,5 gradi potrebbero essere superati per un periodo prolungato».
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