Siccità lampo: cosa sono e perché diventeranno più frequenti
La siccità è stata una drammatica protagonista di inizio 2023 per il Nord Italia come per tante altre aree dell’Europa. E, nonostante i fenomeni meteorologici che hanno interessato il Settentrione negli ultimi giorni, l’allarme resta alto, altissimo. Un dato su tutti spiega quanto la situazione sia grave: nei giorni scorsi il fiume Po ha toccato dei nuovi minimi storici, con una portata che, al rilevamento finale di Pontelagoscuro, è stata di 338,38 metri cubi al secondo, ovvero di oltre 100 metri cubi in meno rispetto al minimo storico di aprile. Per farsi un’idea di quanto questo sia grave basta sapere che il limite che viene considerato solitamente “sicuro” per evitare la risalita del cuneo salino è di 450 metri cubi al secondo. E ancora, è utile sapere che dei dati simili, nel 2022, anno che ha presentato un’estate di siccitosa, erano stati toccati solamente il 4 giugno. Ci si trova quindi ad affrontare una condizione di estrema crisi idrica con un pericoloso anticipo. Come sottolineato a più riprese dalla comunità scientifica, nei prossimi anni fenomeni di questo tipo saranno sempre più frequenti. Ma non solo: al di là delle siccità di lungo periodo come quella che stiamo vivendo in questi mesi, si aggiungeranno sempre più di frequente anche le cosiddette “siccità lampo”. Che cosa sono, e da cosa sono causate?
Cos’è la siccità lampo
A definire la siccità lampo è uno studio pubblicato pochi giorni fa sulla rivista Science, condotto dall’Università cinese di Scienze e Tecnologie dell’Informazione di Nanjing. Come è noto la siccità è normalmente causata dall’assenza di precipitazioni per un lungo periodo di tempo. Nel caso delle siccità lampo, però, c’è un altro fattore dominante, ovvero l’alta temperatura dell’aria. Il risultato sono per l’appunto le siccità lampo, ovvero dei fenomeni caratterizzati da una durata minore, i quali però arrivano in modo del tutto improvviso, con una più alta pericolosità. Semplificando al massimo, si potrebbe guardare alla siccità lampo come al corrispettivo dei fenomeni meteorologici improvvisi che portano alle sempre più frequenti alluvioni lampo, altamente distruttive.
In che modo l’alta temperatura dell’aria va a innescare un processo di questo tipo? Una massa d’aria calda va a risucchiare l’umidità dal terreno, creando quindi una situazione analoga a quella della tradizionale siccità; questo però avviene senza avvisi, e in breve tempo.
Quali sono le regioni più esposte
Per studiare la portata e le conseguenze delle siccità lampo, gli studiosi hanno preso in esame i dati “storici” dell’umidità del suolo relativi al periodo compreso tra il 1951 e il 2014. A partire da questa base di informazioni hanno potuto constatare l’aumento della frequenza nonché della rapidità dell’insorgere delle siccità lampo, le quali hanno avuto luogo almeno nel 74% delle aree prese in esame. Tra le regioni più esposte al fenomeno ci sono l’Asia settentrionale e l’Australia meridionale, mentre l’Europa figura tra le aree in cui le siccità lampo stanno diventando via via sempre più frequenti. E se non è sempre facile trovare una connessione diretta tra i fenomeni siccitosi “tradizionali” e i cambiamenti climatici di origine antropica, nel caso delle siccità lampo il rapporto sembra invece lampante: il ruolo del riscaldamento globale di origine antropica qui giocherebbe infatti un ruolo fondamentale.
Di fronte a una situazione di questo tipo si manifesta per l’ennesima volta la necessità non più posticipabile di ridurre l’inquinamento. Ma non è tutto qui: gli studiosi sottolineano l’importanza di mettere in campo dei sistemi di allerta tempestivi, in grado quindi di migliorare la gestione del rischio legato a questi fenomeni improvvisi.
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