Innovazione tessile sostenibile: ecco la pelle vegetale a base di vino
Avete presente le pelli sintetiche che trovate nei negozi di abbigliamento? Ecco, non sono sostenibili quanto si potrebbe pensare. Certo, sono vegan, ma si basano sull’impiego di derivati petrolchimici che, come ben sappiamo, hanno un impatto ambientale davvero imponente. Le pelli sintetiche non sono dunque l’innovazione tessile sostenibile di cui abbiamo bisogno: e che ne dite invece di una pelle al 100% vegetale, realizzata senza l’impiego di nemmeno una goccia di petrolio? È proprio questo il tessuto Wineleather, prodotto attraverso il trattamento delle fibre e degli oli contenuti nelle vinacce, ovvero dagli scarti della produzione vinicola.
Wineleather, totalmente vegetale e davvero eco
Bucce, semi e raspi d’uva: ecco la base portante sulla quale poggia questa promettente innovazione tessile sostenibile. Niente petrolio, niente sostanze inquinanti, nessun animale ucciso e nessuno spreco d’acqua: i capi d’abbigliamento confezionati con questo tipo di tessuto saranno socialmente e ambientalmente sostenibili. Come ha spiegato Gianpiero Tessitore, fondatore di Vegea Srl – incubata in Progetto Manifattura – e creatore di Wineleather, «abbiamo creato e brevettato un innovativo processo produttivo che trasforma le fibre e gli oli vegetali presenti nella vinaccia, in un materiale ecologico con le stesse caratteristiche meccaniche, estetiche e sensoriali di una pelle». Quello che ne esce è dunque un tessuto elegante, versatile e comodo, contraddistinto tra le altre cose da un costo di produzione basso, perfetto contraltare di una qualità altissima.
Dove se non in Italia?
Di certo in Italia la materia prima per alimentare questa innovazione tessile sostenibile non manca di certo: il nostro Paese è infatti il maggiore produttore di vino al mondo, avendo portato sul mercato nel 2016 il 18% della produzione globale. Ma di certo questa innovazione tessile sostenibile non deve restare entro i soli confini italiani: nel mondo si producono infatti ogni anno circa 26 miliardi di litri di vino, i quali durante la loro lavorazione si lasciano alle spalle circa 7 milioni di tonnellate da vinaccia. Vorreste sapere quanti vestiti in pelle si potrebbero fare con il metodo Wineleather? Ebbene, con questa mole di materia prima si riuscirebbero a confezionare tre miliardi di metri quadrati di pelle al 100% vegetale, l’equivalente di circa 400 campi da calcio.
Il tessuto di vinacce premiato da H&M
Una tale innovazione tessile sostenibile non poteva – e non doveva – certo passare inosservata: la qualità della pelle vegetale creata da Tessitore è già infatti stata premiata con il Global Change Award, il più importante premio internazionale dell’economia circolare e dell’innovazione del settore del fashion, organizzato da H&M. Il gigante dell’abbigliamento seleziona ogni anno a livello mondiale le 5 aziende più rivoluzionarie nel campo della moda per lanciarle a livello internazionale. Va poi sottolineato che H&M è partner della Ellen MacArthur Foundation, che offre annualmente circa 225 milioni di dollari in sovvenzioni e investimenti per l’economia circolare. E proprio per la sua perfetta aderenza ai principi dell’economia circolare è stata premiata l’innovazione tessile sostenibile di Wineleather. «È un premio importante che ci proietta nel mondo del fashion con grande forza» ha commentato Tessitore, aggiungendo «per me è una grande soddisfazione aver creato un nuovo materiale Made in Italy che rappresenta due grandi eccellenze Italiane: fashion e wine, conosciute in tutto il mondo come icone di stile, per l’alta qualità dei loro prodotti e la grande tradizione artistica e manifatturiera».
La portata di questa innovazione tessile sostenibile
Gli appassionati di vino – ma non solo – hanno potuto toccare con mano in questi giorni la pelle vegetariana Wineleather a Vinitaly, presso il Padiglione Trentino. Di fatto, per la produzione di questa pelle totalmente vegane non solo non vengono utilizzati elementi chimici, non solo non viene fatto male a nessun animale, ma di fatto non viene impiegata nemmeno acqua, di contro ai 340 litri che vengono utilizzati per ogni metro quadrato di pelle animale. Per non parlare, poi, degli impatti ambientali tipici delle industrie che lavorano la pelle animale, le quali come è noto impiegano acidi e metalli pesanti che non possono che finire nel terreno e nelle acque, con danni fortissimi per gli ecosistemi circostanti.
Direttamente dal Progetto Manifattura
La Vegea di Tessitore è nata poco più di un anno fa, nel gennaio del 2016, e come detto è già conosciuta a livello internazionale grazie al premio Global Change Award di H&M. Da Milano Gianpiero Tessitore, un architetto di Milano che lavora a questa idea dal 2014, ha colto l’occasione di sviluppare la propria idea all’interno dell’incubatore Progetto Manifattura, il polo clean tech dell’economia circolare italiano di Trentino Sviluppo. Le vinacce come materiale essenziale per questa innovazione tessile sostenibile, va detto, non sono certo state scelte a caso: prima di arrivare a loro Tessitore, con l’appoggio di diversi centri di ricerca specializzati, ha analizzato le caratteristiche di diversi tipi di fibre vegetali, per poi arrivare a questa originale – ma soprattutto efficace – soluzione.
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